Dieta Mediterranea contro l’Alzheimer: il progetto Smartfood

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La dieta mediterranea può dimostrarsi veramente efficace contro la patologia degenerativa dell’Alzheimer? Tale patologia, denominata anche morbo di Alzheimer, risulta particolarmente invalidante con il trascorrere del tempo, rientrando all’interno delle malattie neurodegenerative.

L’Alzheimer tende a manifestarsi prevalentemente in soggetti in età presenile dai 65 anni in su, senza escludere tuttavia casistiche più rare in fasce d’età precoci. I sintomi iniziali di questa malattia sono diversi, ma quello maggiormente presente é relativo alla perdita di memoria temporanea che ha un progressivo peggioramento con il passare del tempo.

Alla base del nuovo progetto italiano dato dallo Smartfood si trova la necessità di valutare attentamente la prevenzione dal morbo di Alzheimer in corrispondenza di un’alimentazione sana e di una regolare attività fisica. Attraverso questo nuovo articolo cercheremo quindi di analizzare il regime alimentare dato dalla dieta Mediterranea sotto il punto di vista della prevenzione dalla patologia dell’Alzheimer, concentrandoci in particolar modo sull’importanza di un piano alimentare Smartfood.



    Cosa hanno in comune la Dieta Mediterranea, Smartfood e Alzheimer

    Il progetto made in Italy denominato Smartfood si concentra sulla prevenzione del morbo di Alzheimer nei soggetti sotto una fascia d’età pari ai 65 anni. Lo Smartfood prende in esame tutte le proprietà benefiche apportate sull’organismo in conseguenza allo stile alimentare dato dalla dieta Mediterranea e dall’attività fisica quotidiana non eccessivamente pesante.

    Sana alimentazione e attività fisica senza troppi sforzi quindi. Questi due fattori uniti insieme ed in modo ponderato, risultano in grado di agire a scopo benefico sul metabolismo, sulle funzionalità cognitive e sulle funzionalità neurologiche nei soggetti entranti verso il periodo della vecchiaia.

    Il progetto Smartfood Ë stato attentamente valutato e ideato dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia in collaborazione con il Centro Internazionale per lo Studio della Composizione Corporea (Icans) e’ neurologico Carlo Besta di Milano.

    Ad oggi, come precisato dai vari ricercatori, il morbo di Alzheimer non prevede un trattamento farmacologico a risoluzione della degenerazione cognitiva, i farmaci attuali riescono soltanto a rallentare la degenerazione della malattia con un lieve ritardo, andando a contrastare la maggior parte dei sintomi senza successo efficace in direzione del lungo periodo.

    Alla base della prevenzione si dimostra particolarmente importante il ruolo giocato dall’alimentazione e dall’attività fisica, come sottolineato anche da Giuliano Binetti, responsabile dell’Unità di macro attività ambulatoriale ad alta complessità assistenziale (Mac) del Fatebenefratelli. Un’alimentazione corretta si dimostra in grado di apportare diversi benefici dal punto di vista del sistema nervoso centrale e dei processi fisiologici svolti.

    Diverse patologie neurologiche presentano difatti un deficit oppure un eccesso di sali minerali, vitamine ed altri nutrienti essenziali per la salute dell’organismo, compresi gli scompensi metabolici. I ricercatori si sono basati essenzialmente sui rischi dell’apporto di alcuni alimenti in grado di modificare i processi fisiopatologici responsabili a livello attivo della neurodegenerazione. Il progetto Smartfood promuove un’informazione sana alla base della conoscenza alimentare Mediterranea, classificata come uno dei regimi alimentari pi˘ equilibrati in assoluto.

    Apportando una modifica sullo stile di vita alimentare e fisico del paziente affetto dal morbo di Alzheimer, si potrà provvedere ad una prevenzione non solo da tale patologia degenerativa ma anche da ulteriori patologie neurodegenerative a livello cognitivo, riferite soprattutto ai soggetti più  anziani.

    Come entrare nel progetto Smartfood? Per accedere al programma Smartfood si dovrà rientrare all’interno di una fascia d’età compresa tra i 65 e gli 80 anni ed essere in buona salute.


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