Dodici le vittime accertate, in cinque casi l’uomo e’ riuscito a farsi inviare foto e video a sfondo sessuale, in un caso ha tentato, invano, di organizzare un incontro e con un ragazzino ha avuto alcuni incontri, con rapporti a pagamento. Vittime sono state accertate in 7 citta’ di quattro regioni, in Abruzzo a Pescara e L’Aquila, in Puglia a Bari e Taranto, in Campania a Napoli e Caserta, in Sicilia a Palermo. Questi i particolari emersi dall’indagine della Polizia Postale che ha portato all’arresto di un 37enne residente in provincia di Bari, ora rinchiuso nel carcere del capoluogo pugliese anche per produzione di materiale pedopornografico e induzione alla prostituzione minorile, oltre che adescamento di minorenni, detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile. L’uomo, che viveva con la famiglia e svolgeva lavori saltuari, era iscritto ad alcuni gruppi social su cui erano presenti anche persone molto giovani. Adescava le sue vittime in modo casuale, facendo complimenti e lasciando commenti positivi ai post. E’ stato accertato che tra i suoi amici su Facebook c’erano molti minorenni. Il 37enne cercava di ottenere la fiducia dei ragazzi, che in alcuni casi gli davano anche il numero di telefono. Spesso inviava sue foto e video a sfondo sessuale, affinche’ le vittime ricambiassero. La Polizia ha ricostruito nel complesso un anno e mezzo di conversazioni con minori. L’inchiesta e’ partita dalla segnalazione di una madre preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su Messanger dal figlio. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in conferenza stampa dalla dirigente della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara, il vice questore aggiunto Elisabetta Narciso, dal responsabile del settore Operativo, Gianluca De Donato, e dal responsabile del settore Cybercrime, l’ispettore superiore Angelo Mastronardi, i quali hanno sottolineato “la pericolosita’, l’inclinazione e le pulsioni sessuali” del 37enne, fattori che hanno spinto il sostituto procuratore a chiedere ed ottenere la misura cautelare in carcere. L’invito ai genitori e’ quello di “mantenersi vigili e attenti sull’attivita’ dei propri figli sui social network”.
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