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Truffe assicurazioni, ‘Tieni tante pratiche che non ti ricordi? 2200 iscritte a ruolo. Azz, numeri da industria…’. LE INTERCETTAZIONI

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Napoli. Ogni mattina, all’ingresso degli uffici dei giudici di pace, si riunivano gli aspiranti falsi testimoni che si offrivano di imparare e recitare bene la parte per 100 euro, a volte anche per 50. chi “doveva fare la spesa” e c’era anche chi “aggia pavà o’ padrone e’ casa”. Tutti i falsi testimoni venivano impiegati a turno in modo da evitare di destare sospetti. Era questa la perfetta “macchina da guerra” messa in piedi da Vincenzo Cocozza gestore dall’agenzia di pratiche assicurative Assiservice sas con sede al Centro direzionale. Lui e il fratello Umberto con interessi a Malta e la passione per le Ferrari si definivano “una squadra” e parlavano degli avvocati dicendo  “Quelli sono una paranza”. A proposito dìi Vincenzo Cocozza scrive il gip nelle 800 pagine dell’ordinanza cautelare: “Da una ri­cerca attraverso la banca dati IVASS (quella dei sinistri, ndr) aggiornata per difetto, effettuata con il codice fiscale di Vincenzo Cocozza sono emerse 127 istanze di risarcimento, nelle quali in 117 casi ha avuto il ruolo di danneggiato e tutti i sinistri sono patrocinati da le­gali coinvolti nei fatti oggetto del presente provvedimento”. Non a caso in un intercettazione con un degli avvocati finito ai domiciliari i due si dicono: Avvocato: “Ok Enzo… nien­temeno tieni tante di quelle pratiche che non te le ricordi più!!!”. Vincenzo Cocozza: “Ciao totale 2800 sinistri con 2200 iscritte a ruolo”. Avvocato: “Azz, numeri da industria”. Ma que­sta intercettazione non è l’unica a dare l’idea di quanto attiva fosse l’organizzazione. Il 25 maggio del 2015, per esempio, Cocozza conversa con Salvatore Di Vicino,detto o’ pirata, il faccendiere che gli procura clienti e che è il cognato di Mariano Ba­cio Terracino, assassinato nel 2009 davanti a una telecame­ra. Il titolare dell’agenzia di pratiche automobilistiche in­siste sull’importanza di avere collaboratori affidabili e “danni buoni”: poi si posso­no chiedere risarcimenti a vo­lontà.
Cocozza: “Noi dobbiamo lavorare bene sempre… Ne puoi fa’ pure cento, a me nu ce stann problem”.
Di Vicino: “Ho tre pratiche da fare, tre motorini e una macchina”.
Cocozza: “Salvato’ fai cheli che vuo tu, dice hai carta bian­ca però lavoriamo bene, noi siamo una squadra; chi dà fa­stidio li dobbiamo cacciare, se sono buoni me li prendo quanti ne vuoi”.
Di Vicino: “Se tu hai pro­blemi li ho pure io se faccio, se fai passare qualcuno”.
Cocozza: “Basta che so tutt buon”.

 

(nella foto da sinistra i quattro protagonisti principali dell’inchiesta: Vincenzo Cocozza, Umberto Cocozza, Marco Megna, salvatore Di Vicino o’ pirata)


Articolo pubblicato il giorno 18 Ottobre 2018 - 09:04


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