La Polizia Scientifica ha isolato il profilo genetico sia della vittima che dell'imputato, in taluni casi sovrapposti, sui reperti acquisti dell'omicidio di Vittorio Materazzo, tra cui figura anche un coltello da sub ritenuto una delle due armi usate per il delitto.Potrebbe interessarti
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E subito dopo Luca Materazzo ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee: "Non sono il mostro di Firenze... quell'avvocato non mi ha invitato alla fuga, mi disse che l'esito processuale non dipendeva dalla mia presenza... e io non mi sentivo al sicuro... neppure nella casa dove abitavo, dove tutti potevano entrare". Inoltre "non volevo mettere in pericolo i miei amici, per questo sono andato via". Febbricitante ("Presidente ho 39 di febbre") si è difeso e ancora una volta, cosi' come ha fatto anche nell'ultime tre udienze, Luca ha puntato il dito contro i media: "la stampa mi da addosso, lo ha iniziato a fare anche prima dell'avviso di garanzia". Luca ha anche sostenuto, rivolgendosi alla giuria, la sua estraneita' ai fatti e cercato di dare spiegazioni sul suo profilo genetico trovato, in particolare su un coltello e su un casco, che sarebbero stati usati dall'assassino. Luca Materazzo ha anche fatto sapere alla giuria di non sentirsi sicuro neppure in carcere: "temo di essere contagiato, il 70 per cento dei detenuti del padiglione dove mi trovo ha malattie contagiose". La prossima udienza e' stata fissata per il 35 ottobre. Verranno ascoltati gli ultimi due testimoni, tra cui la vedova dell'ingegnere, Elena Grande.









































































