E’ un processo che potrebbe influenzare gli equilibri politici in Campania, ma i difensori del ‘governatore’ Vincenzo De Luca rifiutano l’etichetta di “processo politico”. Al tribunale di Salerno e’ in corso l’ultima udienza del processo ‘Crescent’ che vede imputati, oltre a De Luca per falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistici compiuti, altre 21 persone, tra cui dipendenti comunali, ex esponenti della Giunta comunale di Salerno ed ex funzionari e dirigenti della Soprintendenza governatore. La vicenda giudiziaria riguarda la sdemanializzazione, in favore del Comune di Salerno, dell’area a Nord del lungomare cittadino, con successiva allocazione della struttura privata Crescent, la costruzione a uso abitativo a forma di mezzaluna e i relativi permessi a costruire rilasciati. La sentenza e’ prevista in serata. Davanti al collegio presieduto da Vincenzo Siani, oggi, le repliche della procura durante le quali uno dei due pm, Rocco Alfano, ha sottolineato come “quest’ufficio ha fatto un processo basato su fatti” e ha escluso che si sia proceduto con “fretta”. Poi, la volta delle contror epliche avviate dall’avvocato della parte civile, Oreste Agosto, per le associazioni ambientaliste e dei comitati ‘no Crescent’. Il legale ha chiesto che i giudici assumano “una decisione serena”. A seguire, i difensori degli imputati, tra cui Paolo Carbone e Andrea Castaldo legali del presidente della Giunta regionale campana. Carbone ha evidenziato di “non aver mai parlato di processo politico”, ma di “scelte politiche e della scelta (del loro assistito, ndr) di rendere dichiarazioni ai giudici con lealta’ estrema”. Il collegio giudicante, al termine delle discussioni, si riunira’ in camera di consiglio. “Abbiamo fatto un processo basato su fatti ed esclusivamente su responsabilita’ penali”. Lo ha detto il pm Rocco Alfano nel corso del suo intervento, in occasione delle repliche nel processo Crescent (dal nome del complesso immobiliare sul lungomare, ndr), in corso a SALERNO e che in giornata potrebbe giungere a sentenza. Il procedimento vede tra gli imputati il governatore della Campania, Vincenzo De Luca per falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistici.”Nonostante l’oggettiva rilevanza – ha spiegato Alfano – questo processo non e’ mai stato influenzato ne’ dalla fretta ne’ dalla voglia di fare altre cose”. Alfano ha replicato anche alle dichiarazioni spontanee rese nello scorso mese di luglio dal governatore della Campania: “De Luca chiarisce che non c’e’ nessun riferimento in questo processo alle condizioni precedenti in cui versava quell’area. Noi diciamo che per fortuna non c’e’ alcun riferimento. Perche’ questo e’ un aspetto che non puo’ entrare nel procedimento penale, nelle aule di un tribunale. Perche’, quelle si’, sono valutazioni politiche”.
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