Sono 14 le misure cautelari eseguite a Cava dè Tirreni, nei confronti dei componenti membri di un gruppo criminale dedito all'estorsione e all'usura: 11 persone sono finite in carcere e tre ai domiciliari.Potrebbe interessarti
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Tra i vantaggi e profitti ingiusti realizzati dal clan il procuratore segnala "l'occupazione sine titulo di un fondo in via D'Amico, già condotto dalla famiglia Rispoli e di proprietà della famiglia Montesanto-Carleo, trasformato da suolo agricolo a pista di allenamento per i cavalli, con conseguente realizzazione di un edificio, senza permesso di costruire, nel dicembre 2007 adibito a scuderia, e successiva edificazione di un ulteriore immobile abusivo adibito ad abitazione da Vincenzo Zullo nel 2017". Un secondo gruppo, avente a capo Domenico Caputano, era composto da ulteriori 5 persone ed era "abitualmente dedito alla commissione dei delitti di usura aggravata e di estorsione, talora con ricorso al metodo mafioso". Un terzo gruppo, sempre capeggiato da Domenico Caputano con la partecipazione di 11 persone, "aveva la finalità di gestire una vasta piazza di spaccio sul territorio di Cava de' Tirreni". Tra i numerosi indagati non raggiunti dai provvedimenti cautelari, il procuratore Lembo evidenzia "un elevato numero di persone che rispondono dei delitti di false dichiarazioni al pubblico ministero e di favoreggiamento personale, a riprova della forza intimidatrice esercitata dai componenti delle tre associazioni".
Lo scorso anno erano finiti in manette Dante e Vincenzo Zullo, padre e figlio, e Vincenzo Porpora per il reato di usura, a giugno dello stesso anno, un altro gruppo di 10 personeera finito sotto inchiesta per spaccio di stupefacenti.






