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Lo scontro tra difesa e ufficio di Procura ha visto la partecipazione del PM della DDA, Giancarlo Russo che ha presentato in udienza delle lettere che il Panariello Pasquale aveva consegnato al fratello Marcello nel carcere di Larino, dandogli delle indicazioni su dove nascondere le armi.
Il Panariello rispondeva di aver gestito l'arsenale del clan, potendo disporre anche di ingenti quantitativi di esplosivi, visto che i suoi familiari sono dei fuochisti. Quest'ultimo era stato coinvolto nell'estorsione del ristorante “Acqua e Sale” di via Montegrappa, accusa che l'avvocato De Gennaro aveva fatto cadere col riesame del 25 gennaio scorso quando il tribunale annullando l'ordinanza di custodia in carcere aveva disposto gli arresti domiciliari per lo stesso.Per Panariello Pasquale e Palma Antonio il riesame ha accolto parzialmente l'istanza difensiva, annullando l'ordinanza in merito alla contestata agevolazione camorristica. La difesa si era battuta con forza su questo specifico punto, sostenendo che le armi sequestrate e quelle di cui si parlava nei dialoghi in carcere erano di Panariello e Palma e non dell'arsenale del Buonocore. Stessa motivazione anche per il Buonocore Giuseppe considerato il mandante delle due estorsioni, quella consumata ai danni del supermercato IperG e del tabaccaio di Via Passanti, che sebbene resta in carcere ha riportato l'annullamento parziale come il Panariello ed il Palma. Resta ai domiciliari per questa ordinanza il Giovanni Barbato Crocetta ed il Nappo Vincenzo.Tirando le somme, la Procura ha ottenuto la conferma del carcere per quattro indagati mentre le difese sono riuscite a neutralizzare la grave accusa relativa alla sussistenza di un collante associativo tra gli indagati che il riesame non ha ravvisato.