Richiesta (e ammissione) del rito abbreviato da parte dei legali dell’omicida, che era in aula ma non ha profferito parola, e costituzione di parte civile di tutti quanti i familiari della vittima. Questi gli elementi principali emersi dall’udienza preliminare celebratasi quest’oggi, 4 giugno 2018, in Tribunale a Venezia, davanti al gip, dottor Massimo Vicinanza, in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pubblico Ministero della Procura veneziana, dottor Raffaele Incardona, nei confronti di Antonio Ascione, il 44enne pizzaiolo di Torre del Greco che il 23 luglio 2017 accoltellò a morte l’ex moglie Maria Archetta Mennella, 38 anni, nell’abitazione di Musile di Piave, nel Veneziano, dove la donna risiedeva.I capi d’imputazione a carico dell’assassino reo confesso sono pesanti: il Pm contesta ad Ascione, detenuto nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore, il reato di omicidio con diverse aggravanti: per aver commesso il fatto per futili motivi (la gelosia); per aver agito “con premeditazione, dopo aver reiteratamente minacciato di morte la moglie”; per aver perpetrato il crimine contro il proprio coniuge e madre dei suoi figli, e quindi aggravato dal vincolo di parentela; “per aver aggredito la moglie nelle prime ore del mattino quando la stessa era ancora distesa a letto e incapace di opporre una adeguata difesa”. Non solo. Ascione dovrà rispondere anche di minacce aggravate.
Com’era nell’aria, il suo legale, l’avvocato Giorgio Pietramala, per ottenere lo sconto di un terzo della pena, ha chiesto il rito abbreviato, che è stato ammesso.Potrebbe interessarti
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Ha chiesto di costituirsi parte civile, e l’avvocato Berardi non ha avuto nulla in contrario, anche la onlus “Bon’t worry”, associazione che si batte contro le violenze di genere, in particolare quelle contro le donne e i bambini. L’udienza per la celebrazione del rito abbreviato è stata quindi rinviata al 27 settembre 2018, sempre in Tribunale a Venezia.












































































