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Casa al mare coi soldi del boss: nuova misura cautelare per il carabiniere corrotto

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Nuova misura cautelare a carico dell’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi detto Marcolino, arrestato alcuni mesi fa dai suoi stessi colleghi perché coinvolto nella delicata indagine che ha portato in cella boss e gregari della cosca Ciccarelli-Sautto, che gestisce a Caivano il traffico e lo spaccio della droga nel Parco Verde. L’ex carabiniere, sospeso dal servizio, avrebbe acquistato una casa al mare a Mondragone con i soldi avuti in cambio dal boss Pasquale Fucito o’ marziano. La misura cautelare, a firma del giudice delle indagini preliminari Francesca Ferri, su richiesta del pm anticamorra Mariella Di Mauro e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, all’ex sottufficiale, contesta il reato di corruzione per atto contrario al dovere d’ufficio, in concorso. Insieme a Lazzaro, che al momento è detenuto, sono indagati per corruzione e droga, Pasquale Fucito e Raffaele Garofalo. Ovviamente per tutti c’è l’aggravante del vincolo associativo. I fatti contestati in questo nuovo provvedimento (scaturito dalla precedente indagine) sono stati contestualizzati tra marzo ed aprile del 2018. Scrive il gip nel nuovo provvedimento: “Fucito prometteva a Lazzaro Cioffi la complessiva somma di 160mila euro per l’acquisto di un immobile a Mondragone, materialmente consegnandone 19mila euro a Lazzaro Cioffi, per compiere atti contrari ai doveri di ufficio e in particolare rivelare notizie su indagini in corso, degli affiliati al sodalizio Sautto-Ciccarelli e di persone legate agli illeciti traffici, e quanto altro in suo potere anche alla luce del servizio istituzionale che espletava esplicitamente nella zona del parco Verde di Caivano”. Nell’inchiesta, che al momento è ancora in corso, sono rimasti coinvolti anche altri tre carabinieri, tutti in servizio presso il gruppo di Castello di Cisterna. Sono rei, secondo l’accusa, di aver accompagnato con l’auto di servizio e nell’orario di servizio – quindi commettendo il reato di peculato – nel mese di marzo 2018 Cioffi a Mondragone per visionare lo stato dei lavori di restauro dell’immobile. Con la stessa misura coercitiva a Cioffi viene contestato di aver rivelato a Pasquale Fucito notizie del suo ufficio che dovevano rimanere segrete, delle quali, pure illegittimamente, si avvaleva per procurarsi un indebito profitto patrimoniale. Nello specifico, secondo quanto è stato accertato, Cioffi rivelava a Fucito che erano imminenti ed in via di redazione fermi a carico di Nicola Sautto – presunto socio di Antonio Ciccarelli nella gestione dei traffici illeciti di stupefacenti – e di altri componenti del suo gruppo criminale per associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti. Nello stesso momento, rivelava al Fucito che a metterlo sotto accusa erano state le confessioni rese dal pentito Andrea Lollo.Una intercettazione datata 18 aprile scorso, un giorno prima che scattasse il primo arresto a carico di Lazzaro Cioffi, mette a fuoco ancora una volta il coinvolgimento del carabiniere colluso con il boss. All’interno dell’abitazione dello stesso Pasquale Fucito è presente anche Cioffi, assieme alla moglie Emilia D’Albenzio, oltre allo stesso Pasquale Fucito e a un suo presunto socio Raffaele Garofalo. Pasquale Fucito: andai a casa e c’erano venti persone ad aspettarmi… sette pacchi di roba sul tavolo. Raffaele Garofalo: stavamo io e te Pasquale. Pasquale Fucito: sette chili di roba sul tavolo tenevo


Articolo pubblicato il giorno 28 Giugno 2018 - 09:25

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