Cronaca di Napoli

Napoli, il giovane detenuto in coma diventa un caso nazionale: lettera al ministro della Giustizia

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E’ diventato un caso nazionale la vicenda del giovane detenuto Michele Antonio Elia, figlio del boss Renato, del Pallonetto di Santa Lucia, in coma da diversi giorni all’ospedale Cto di Napoli per una infezione cerebrale. La sua ex educatrice Valentina Trunfio ha scritto una accorata lettera al ministro della Giustizia in cui chiede si sapere “Perché Michele ê in coma? Questo vogliamo sapere e che venga fatto tutto il NECESSARIO per salvarlo”. La maestra ha postato la lettera sulla pagina facebook di Pietro Ioia, presidente dell’ associazione che riunisce ex detenuti campani e molto seguita. Scrive la Trunfio: “La distanza é fatta solo di chilometri. Ho appreso da fb di Michele, sono stata la sua educatrice quando era all’asilo e alla scuola elementare…. Stamattina ho scritto alla segreteria del Ministro di Giustizia.
Chi sbaglia deve pagare, sapete tutti benissimo come la penso. La condanna a morte per malasanita’ é però un’altra cosa. Ê per questo che dobbiamo pretendere trasparenza e verità. Si va in carcere per pagare colpe e reati, non per morire a 20 anni per superficialità e sottovalutazioni. Perché Michele ê in coma? Questo vogliamo sapere e che venga fatto tutto il NECESSARIO per salvarlo.

Questo il testo della lettera

Al Ministro,
Al Capo del Gabinetto e suoi Vice e a tutti coloro che a questa mail possano dare voce.
Il grido di dolore e la richiesta di aiuto per questo giovane detenuto a Poggioreale NON deve e NON può passare inosservata.
Sono stata l’educatrice di Michele Elia quando frequentava la scuola elementare , ho riconosciuto la sua foto che gira su Facebook, perché quegli occhi non si possono dimenticare.
Non conosco il reato per il quale é recluso, so che l’ infezione che lo ha ridotto in coma l’ha contratta tra quelle mura ed é stata sottovalutata. Va fatta chiarezza e bisogna indagare. La stessa giustizia che , se Michele ha sbagliato, lo ha fatto arrestare, deve adesso impegnarsi a trovare i responsabili e soprattutto garantire a questa giovanissima vita la salvezza.
Non può essere troppo tardi se hai 20 anni.
Non può essere che si finisca in coma se per giorni lamenti mal di testa…..infezione? Aneurisma? Altro?
Bisogna sapere e fare in fretta.
Nel 2018 é intollerabile.
Il Ministro Orlando e tutti i Magistrati che leggono ( spero!) Saranno concordi con me e con tutti i familiari di Michele e con tutta la cittadinanza che altro non può fare se non riunirsi in preghiera nella chiesa del Pallonetto DI Santa Lucia con Padre Giuseppe Carmelo che lo ha visto crescere.
Chi sbaglia deve pagare. Ê giusto.
E vale per tutti. Nessuno escluso.
So che attenzionerete il caso .
Rappresentate LA GIUSTIZIA e non lascerete solo Michele Elia di soli 20 anni .
Grazie per l’attenzione
Valentina Trunfio


Articolo pubblicato il giorno 10 Maggio 2018 - 15:15

Redazione

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