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Al Teatro Elicantropo, da giovedì 12 aprile alle ore 21.00, sarà in scena “Io, Pietro Koch”, scritto e diretto da Maurizio Capuano. In replica fino a domenica 15, lo spettacolo è ispirato per le vicende storiche, al saggio “La banda Koch” dello scrittore Massimiliano Griner.
“Io, Pietro Koch” è il racconto della metamorfosi di un’anima nera: in una cella male illuminata, in attesa della sua esecuzione, si scorge Pietro Koch, capo della famigerata banda Koch, che imperversò tra Roma e Milano dal 1943 al 1944, e giovane capo di una squadra speciale della polizia fascista, durante l’occupazione tedesca in Italia. Beneventano, per metà tedesco, figlio di un commerciante di liquori, doveva raccogliere l’eredità del padre e vivere una vita comune, ma con l’avvento della guerra Koch, a ventisette anni, aveva già raggiunto l’apice del suo successo alle dirette dipendenze dei tedeschi.
“Due cose mi hanno colpito – ha spiegato Capuano – della figura di Pietro Koch. Il fatto che si sia presentato al plotone di esecuzione tranquillo, sereno, e per un ragazzo di ventisette anni questo fatto si spiega in due modi: o non ha un’anima, o ha preso coscienza di ciò che ha fatto. Il secondo è che, nell’orrore delle sue azioni, avesse subito una grande ingiustizia”.
Nel cast: Gennaro Ciotola, Antonio D’Alessandro, Aurelio De Matteis, Gianni Galepro, Emanuele Iovino, Antonella Liguoro, Giada Pignata, presentato da Spazio-Ztn e Naviganti Inversi.
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