Napoli. “Su Scafarto il Riesame viola il diritto penale”: lo sostiene la Procura di Roma che ha impugnato in Cassazione l’ordinanza del Riesame con la quale viene revocata la sospensione dal servizio per un anno del maggiore Gianpaolo Scafarto che ha indagato al Noe sul caso Consip. Secondo la Procura la decisione del Riesame rappresenta una “palese violazione del diritto penale, delle regole processuali che governano la prova indiziaria, di travisamento dell’ipotesi di accuse e dei fatti posti a suo fondamento”. Per il procuratore capo Giuseppe Pignatone e per i pm Paolo Ielo e Mario Palazzi “l’impugnata ordinanza del Riesame, che trasforma orrori di sicuro rilievo penali in errori, qualificati con evidente ridondanza linguistica ‘involontari'”, è un provvedimento “che si contrappone alle regole del diritto sostanziale e processuale, della logica e del buonsenso”. Scafarto, indagato dalla Procura di Roma per falso, depistaggio e rivelazione del segreto d’ufficio, era stato sospeso per un anno dal servizio su richiesta dei magistrati romani. Il 27 marzo scorso il tribunale del Riesame di Roma ha annullato la sospensione disposta dal Gip Gaspare Sturzo, ma la in quindici pagine di ricorso, ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.
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