Crollo vela celeste e quell’ordinanza di sgombero mai eseguita

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Arrestato a Napoli il boss D’Avino viaggiava con documenti fasulli: era latitante da due anni

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Napoli. Latitante da due anni, era in giro per Napoli con documenti falsi: è stato arrestato insieme al complice Ferdinando D’Avino, 35 anni, ricercato per associazione per delinquere di stampo camorristico dal 2016. Figlio del boss Giovanni, detto ‘o bersagliere, D’Avino era stato condannato a sei anni e sei mesi lo scorso anno nell’ambito di un processo per gli affari illeciti del suo clan a Somma Vesuviana. Ieri pomeriggio gli agenti del Commissariato San Ferdinando hanno arrestato D’Avino e Antonio Luigi Schetter, 61 anni, entrambi di Somma Vesuviana e con precedenti penali: sono accusati di sostituzione di persona e presentazione di documento alterato, il primo, e favoreggiamento personale il secondo. Verso le 17 gli agenti stavano effettuando, in abiti civili ed a bordo di moto,  un servizio  di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati in genere. Nel transitare in piazza Vittoria, sul lungomare di Napoli, nel traffico cittadino, hanno notato un’autovettura Mercedes  classe A,   con due persone a bordo il cui passeggero, alla vista dei poliziotti, si è mostrato nervoso, tentando di nascondere il viso  girandosi dal lato opposto. Insospettiti dal comportamento, hanno deciso di  controllare i due uomini fermandoli in vi Acton. La carta di identità presenta dal passeggero dell’auto è apparsa immediatamente sospetta,  infatti la foto era staccata nella parte superiore e non aveva il timbro a secco. Gli agenti hanno deciso di approfondire le verifiche portandoli in Ufficio ed hanno così evidenziato che la carta d’identità  era alterata,  perché corrispondeva al nominativo fornito ma la foto era diversa. L’uomo era in realtà Ferdinando D’Avino,  destinatario del provvedimento di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo camorristico, emesso dal Giudice per le indagini preliminari  del Tribunale di Napoli  nell’aprile del 2016. D’Avino è stato arrestato per sostituzione di persona, alterazione di documento d’identità e perché colpito da ordinanza di custodia cautelare mentre Schetter Antonio è stato arrestato per favoreggiamento  personale. Entrambi sono stati trasferiti nel carcere di Secondigliano.

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