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Rubarono libri antichi dall’Abbazia di Montecassino: condanna bis per De Caro, ex consulente del Ministro Galan, e per Delsalle

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Roma. Nuova condanna per Marino Massimo De Caro, ex consulente del Ministro per i beni culturali, Giancarlo Galan, e per il suo complice francese Stephane Delsalle. Un anno di reclusione, in continuazione con la precedente condanna a 7 anni per il furto dalla biblioteca dei Girolamini di Napoli, per De Caro, e di 4 anni per Delsalle. I giudici della terza corte d’appello di Roma, presieduta da Gustavo Barbalinardo, accogliendo la richiesta del Pg Simonetta Matone, hanno confermato le condanne inflitte in primo grado dal giudice monocratico di Cassino, a fine giugno del 2015. De Caro e Delsalle sono stati processati perchè ritenuti responsabili della vicenda dei libri antichi rubati all’Abbazia di Montecassino a metà del 2011. La vicenda contestata ai due partì proprio dai furti compiuti alla Biblioteca dei Girolamini di Napoli. Nel luglio 2012 il bibliotecario della Biblioteca statale dell’Abbazia di Montecassino denunciò il furto di preziosissime opere (6 incunaboli, 3 cinquecentine, 1 volume del ‘600 e 2 fogli con xilografie da un incunabolo) nonchè la sostituzione con un falso di un prezioso volume di Galileo Galilei edito nel 1606. Fu lo stesso De Caro a iniziare una collaborazione con la giustizia, descrivendo i furti e chiarendo le complicità di cui si era giovato per sottrarre le opere, occultarle e custodirle in attesa di destinarle a librerie e case d’asta anche all’estero. Si accertò anche che l’uomo aveva agito abusando della sua funzione di consigliere del ministro per i beni culturali, e prospettando un finanziamento di 400mila euro per il completamento della catalogazione informatica dei volumi della biblioteca. In poco tempo si arrivò a un maxiprocesso a Napoli (quattordici imputati, anche per associazione per delinquere) conclusosi con tra l’altro la condanna di De Caro a 7 anni di carcere. I due imputati sono accusati di furto aggravato dall’utilizzazione del mezzo fraudolento, dal danno patrimoniale cagionato, dall’aver commesso il fatto contro un ministro del culto cattolico, e dall’aver abusato (De Caro) della sua funzione. Oggi, in appello, la conferma di quelle condanne.


Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2018 - 19:44

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