Cronaca di Napoli

Napoli, crollo al monastero, il drammatico racconto dei vigili: ‘Minuti interminabili, abbiamo scavato a mani nude’

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Napoli. E’ stata sequestrata l’area del monastero San Paolo interessata stamane dal crollo e che non era abitata visto che c’erano in corso dei lavori di ristrutturazione. Accertamenti e rilievi dei Vigili del fuoco sono in corso per fare in modo che la parte confinante, dove vivono religiosi e dove alcune stanze vengono anche affittate agli studenti, continui ad essere utilizzata. Cinque operai sono stati complessivamente coinvolti nel crollo dell’ex monastero nella zona dei Tribunali, a Napoli. Due di loro restano in ospedale, uno al Cardarelli, in prognosi riservata, l’altro all’Ascalesi. E’ il bilancio fornito dalla Polizia.Al Cardarelli sono stati ricoverati Antimo Verde, 45 anni, di Castellammare di Stabia, con una prognosi di 30 giorni per un politrauma, e Giuseppe Pensaveccia, 33 anni, di Arzano, che ha riportato un trauma cranico ed è in prognosi riservata ma non risulta in pericolo di vita. L’area è stata posta sotto sequestro e un’indagine è stata aperta per capire i motivi del crollo e se gli operai stessero lavorando in condizioni di sicurezza. I vigili del fuoco e i periti sono al lavoro per verificare le condizioni dell’area circostante.. Sempre secondo la Polizia erano regolarmente inquadrati nell’azienda di Napoli per la quale stavano effettuando i lavori. Hanno scavato con le mani, con il pericolo di ulteriori crolli, in quelli che vengono definiti “momenti interminabili”. Domenico Caputo, vice dirigente dei Vigili del fuoco, racconta le operazioni di soccorso dell’operaio che e’ rimasto sotto le macerie. “Abbiamo trovato l’operaio sepolto e altri due che erano stati sbalzati fuori – racconta – abbiamo scavato con le mani perche’ c’erano situazioni pericolanti e utilizzare mezzi meccanici avrebbe comportato delle vibrazioni e quindi il rischio di altri distacchi”. Secondo Caputo, quello che e’ successo “e’ stato il crollo di due pilastri con le rispettive volte nel chiostro del convento”. Da qui a individuare le cause, al momento, e’ complicato: “bisogna ricostruire il progetto di cantiere, adesso non si puo’ dire nulla”. A chi gli chiede se gli operai erano in condizioni di sicurezza, con caschi indossati e tute specifiche, Caputo risponde: “abbiamo estratto l’operaio tirandolo attraverso gli abiti, aveva bisogno di ossigeno, di acqua”.


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