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La corazzata nuova del Parlamento comincia ad organizzarsi, secondo regole che arrivano dall’alto. Nel 2013 arrivò Casaleggio, insieme a Beppe Grillo, a istruire le nuove leve, stavolta ci sarà il figlio Davide, insieme ovviamente a Luigi Di Maio. Occorre serrare le fila, perdere per strada meno gente possibile ( ben 40 fuoriusciti tra il 2013 e il 2017). Non ci saranno tutti e 335: i neo- parlamentari espulsi e sospesi durante la campagna elettorale per il caso rimborsi, o per essere massoni, o per non aver comunicato carichi giudiziari pendenti, non sono stati invitati. Sono otto: nei loro confronti rimane la linea dura. Nessun ” perdono” all’ orizzonte. La faccenda dei rimborsi fasulli ? Sarà proprio quello uno dei temi da trattare, perché adesso l’ intenzione del Movimento è quella di cambiare le regole. Rendendole più semplici ed omogenee. I rapporti coi giornalisti rimangono off limits, perlomeno ufficialmente. Interviste e dichiarazioni dovranno prima passare dall’ ufficio comunicazione. Non è una novità, ma negli ultimi mesi la ” morsa” si era un po’ allentata. Almeno per i primi tempi, quindi, si torna alla rigidità del passato. Sono troppi i nuovi e gli inesperti – è stato il ragionamento – a rischio gaffe o imboscate ( vere o presunte) dei cronisti. L’ altra novità prevista, invece, riguarda l’ elezione dei capigruppo. Se nella scorsa legislatura a rotazione in teoria sarebbe toccato a tutti, stavolta si cambia: resteranno in carica per 18 oppure 24 mesi. Alla Camera con tutta probabilità sarà eletta Giulia Grillo e al Senato Danilo Toninelli. Insomma il Movimento diventa, gradualmente, partito: evoluzione naturale della specie grillina.

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