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Camorra, Dora Staterini, moglie del boss Vastarella era ‘la Pr del clan’

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“Era una vera donna di camorra”. Così il capo della squadra mobile di Napoli, Luigi Rinella, nel ripercorrere le tappe dell’inchiesta che ha portato al blitz di stanotte che ha sgominato il clan Vastarella, ha parlato della figura di Dora Staterini, moglie del boss Patrizio. Fugura anche lei tra le sedici persone finite in carcere.

Le aveva un ruolo apicale all’interno del clan al pari del marito e del cognato Raffaele. Era quella che teneva la cassa del clan ma soprattutto secondo il capo della mobile era quella curava i rapporti esterni della cosca. “Una sorta di Pr del clan” l’ha definita Rinella. Il fratello Vincenzo e il nipote Emanuele furono uccisi lo scorso anno all’interno di un bar tabaccheria a Giugliano. Loro era stati al servizio dei nemici “Barbudos” i Genidoni-Esposito autori della strage delle Fontanelle del 22 aprile 2016 in cui furono uccisi Giuseppe Vastarella, il cognato Salvatore Vigna e feriti Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alessandro Ciotola (anche questi ultimi due tra i 16 finiti in carcere oggi). Vincenzo Staterini detto “il piccoletto” tra l’altro aveva ospitato nella sua “irreperibilità” uno dei killer del clan dei Barbudos, ovvero quel Raffaele “Ultimo” Cepparulo ucciso poi nel giugno del 2016 a Ponticelli.

Insomma Dora Staterini come la rivale Dora Spina, moglie del defunto boss Pietro Esposito, ucciso  dai Lo Russo, era una donna di camorra. E l’ascesa del clan Vastarella all’interno del rione Sanità- come ha spiegato il capo della mobile di Napoli- è dovuto proprio all’omicidio di Pierino Esposito. Inconsapevolmente i Lo Russo “Capitoni” di Miano gli fecero un favore. L’inchiesta alla base del blit di stanotte fotografa gli ultimi cinque anni di camorra al rione Sanità. E oltre al racconto dei pentiti si è basato molto su lavoro investigativo puro fatto di presenza sul territorio, di controlli e di intercettazioni telefoniche e ambientali.

Dei 18 arrestati, 16 sono in carcere e 2 ai domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno consentito di acquisire numerose fonti di prova su promotori e affiliati del clan Vastarella che, negli ultimi anni, ha affermato la propria leadership nel rione Sanita’, ricorrendo frequentemente all’uso della forza anche mandando via con violenza dalle proprie abitazioni persone affiliati o contigui alle organizzazioni criminali rivali, e rendendosi protagonista di scorribande armate all’interno del popoloso quartiere napoletano, in ogni ora del giorno e della notte, le cosiddette ‘stese’. L’attivita’ investigativa, fondata su attivita’ di intercettazione ambientale e telefonica oltre che sul contributo dichiarativo di recenti collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire l’attuale operativita’ della cosca diretta negli anni da Raffaele Vastarella (detenuto dal 2014) e poi dal fratello Patrizio insieme al figlio Antonio. Patrizio Vastarella, gia’ condannato per la sua affiliazione al clan Licciardi di Secondigliano, scarcerato nel luglio 2015, e’ tornato nel quartiere Sanita’ ed e’ riuscito a riaffermare il suo potere criminale, forte dell’appoggio dei suoi familiari (il figlio Antonio, il nipote Fabio, la stessa moglie Dora Staterini, i nipoti Alessandro e Raffaele Ciotola e Korkoi Mike ) e dell’alleanza con quelli di Masseria Cardone a Secondigliano. L’inchiesta ha ricostruito le fasi degli scontri armati con il clan Esposido-Genidoni, tra i quali la strage in un circolo di via Fontanelle dell’aprile 2016 in cui rimase ferito anche Alessandro Ciotola, ora arrestato, e con il clan Sequino che hanno fatto registrare, negli ultimi due anni, un clima di faida con episodi di inaudita violenza. L’ascesa di Patrizio Vastarella e’ stata favorita dalla eliminazione, portata a compimento dal gruppo di fuoco di Carlo Lo Russo , di Pietro Esposito, esponente di vertice dell’omonimo clan ucciso il 15 novembre 2015. Indebolito il gruppo Esposito-Genidoni, i Vastarella hanno esteso la loro supremazia nel rione Sanita’ dando inizio ad una nuova faida, tuttora in corso,con altre cosche del territorio. Tra gli indagati raggiunti dal provvedimento restrittivo figura anche Daniele Pandolfi, di recente scampato ad un agguato in cui ha perso la vita Antonio Bottone; Salvatore Basile transitato nelle fila dei Vastarella dagli Esposito-Genidoni, e tre donne tra cui la moglie del capo clan Patrizio.


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 3 Marzo 2018 - 15:24

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