Uno dei tre italiani scomparsi alla fine di gennaio nello Stato di Jalisco, nell'ovest del Messico, avrebbe utilizzato un'identità falsa, facendosi passare per cittadino messicano.Potrebbe interessarti
La Procura di Jalisco ha anche smentito l'arresto dei tre poliziotti della polizia locale di Tecalitlan coinvolti nella scomparsa dei tre napoletani che si trovavano in quella Regione a 700 chilometri da Città del Messico e di cui si sono perse le tracce da 24 giorni. Ieri dal paese Sud Americano attraverso le agenzie di stampa internazionali era rimbalzata la voce dell'arresto dei tre e della fuga del capitano della polizia locale perché colpevoli di aver fermato prima Raffaele Russo e poi il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino e poi di averli consegnati nelle mani della banda del Cartel Jalisco Nueva Generación. Ma se da un lato la Procura smentisce ci sono i familiari dei poliziotti che intervista dalla Tv messicana si sono lamentati che non hanno notizie dei loro congiunti da due giorni. Un mister sempre più fitto e nel quale continuano a rincorrersi voci e accuse. I familiari dei tre napoletani chiedono chiarezza e parlano di speculazioni da parte delle autorità messicane nei confronti dei tre scomparsi. Continuano a ribadire l'estraneità dei loro familiari con il mondo della criminalità organizzata. Ma in Messico stanno lavorando su eventuali collegamenti tra Raffaele Russo e alcuni narcos di Napoli e provincia arrestati negli ultimi tre anni. Si tratta solo di supposizioni senza prove che stanno creando tensioni e malumori in Italia. La Farnesina continua a mantenere un profilo basso. Ieri è stato arrestato ieri a Guanajuato, nello stato del Queretaro un italiano accusato di vendere generatori contraffatti. Le autorità non hanno diffuso il nome dell'arrestato che, secondo alcuni organi di stampa locali sarebbe della provincia di Napoli ma non avrebbe alcun legame con i tre napoletani scomparsi.



 
                                    

 
     


