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Lega Serie A: Miccichè, fratello d’arte, verso la presidenza

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E’ bastato meno di un pomeriggio al neo commissario Giovanni Malagò per mettere il turbo ad una Lega Serie A impantanata da quasi un anno sulle nomine della propria governance. Reduce dalle Olimpiadi invernali in Corea, il presidente del Coni è piombato a Milano deciso a risolvere il prima possibile la grana della confindustria del calcio italiano per poi passare, grazie all’operato del fidato Roberto Fabbricini, alla Federazione e alla Nazionale. Spaccata da mesi in due blocchi contrapposti: da una parte i ‘lotitiani’ capeggiati da Lazio, Torino e Napoli, dall’altra i ‘riformisti’ capeggiati da Juve, Roma e Inter, in poche ore di confronto “molto costruttivo e propositivo” Malagò sembra aver trovato una quadra per quanto riguarda la nomina del presidente e dell’amministratore delegato. “È andata molto bene, erano presenti tutte le società nessuna esclusa. Li vedrò stasera anche a cena. È stato un incontro con clima e toni estremamente cordiali”, ha dichiarato nel corso di un incontro con la stampa al termine della riunione informale avuta con i presidenti di Serie A nella sede della Lega Calcio.Arrivato ieri sera a Milano, il presidente del Coni stamattina ha presenziato ai funerali di Gian Marco Moratti per poi arrivare nel primo pomeriggio in Lega. Con lui il vicecommissario Paolo Nicoletti. Fra i club presenti la Juventus con l’ad Beppe Marotta, il Napoli con il presidente Aurelio De Laurentiis, il Torino con il presidente Urbano Cairo, l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, del Milan Marco Fassone, il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, del Benevento Oreste Vigorito (arrivato nonostante la nevicata che ha travolto la sua città) e del Genoa Enrico Preziosi. Unico assente Claudio Lotito, impegnato nella campagna elettorale (per la Lazio presente il responsabile marketing). Sarà un caso che senza la personalità debordante del patron biancoceleste, mesi di contrapposizione sono improvvisamente svaniti? “Se mi ha dato fastidio il tentato blitz mentre ero in Corea? No, ma ero impegnato anima e corpo in altre vicende e forse hanno voluto lanciarmi un segnale”, ha scherzato Malagò riferendosi al tentativo di Lotito e altri presidenti di nominare i vertici in sua assenza.Un Malagò arrivato a Milano già con le idee chiare e soprattutto con un nome per la presidenza che ha trovato subito “un consenso pressoché unanime”. È quello di Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi del gruppo Intesa Sanpaolo, nel Consiglio di Rcs e fratello del politico di Forza Italia, Gianfranco. “Non ho sentito nessuno contrario alla mia proposta”, ha detto Malagò dopo l’incontro con i presidenti. “È una mia idea, di cui devo parlare ancora con il diretto interessato”, ha spiegato. “Miccichè è un uomo di sport (è fratello anche dell’ex vicepresidente del Palermo Guglielmo, ndr), molto appassionato, competente, stimato. Un uomo di relazioni e di sistema. Non so se è disponibile, ma su di lui ho trovato un consenso pressoché unanime”, ha ribadito Malagò. Giochi quasi fatti anche per la carica di ad, il neo commissario ha chiarito che Sami Kahale, ex manager di Procter&Gamble, è rimasto l’unico nome in corsa. “Mi hanno chiesto di verificare se ci sono altri nomi da sottoporre all’assemblea per prendere una decisione il 19 marzo”, ha aggiunto il presidente del Coni. Dopo la candidatura di Javier Tebas, blindato dalla Liga spagnola, è venuta meno anche quella di Luigi De Siervo, ad di Infront, “per motivi di buon senso”. Anche il vice commissario Paolo Nicoletti si è chiamato fuori, nemmeno come consigliere indipendente. Per questa carica, Malagò ha proposto una donna. “Sarebbe bello individuare una donna di sport, capace”, ha spiegato. L’alternativa sarebbe “un rappresentante della categoria giocatori o allenatori, ma un uomo laico rispetto alle società”. Una volta trovato l’accordo sulle due figure apicali, a cascata andranno a comporsi le caselle anche per le altre otto cariche, per le quali andranno rispettate le minoranze in particolare per la scelta dei quattro consiglieri di Lega e dei due consiglieri federali.Tracciata anche già la road map verso la chiusura di questa partita. “Non ho intenzione di convocare una assemblea fino a quando non c’è la certezza di trovare una soluzione per quanto riguarda lo statuto e la governance”, ha dichiarato Malagò. “Ci sarà nuova assemblea informale il 5 marzo alle ore 15 con l’obiettivo di convocare una assemblea vera e propria per lunedì 19 marzo”, ha spiegato ancora il neo commissario di Lega. Alla domanda se già in quella data si potrebbe arrivare all’elezione della nuova governance della Lega, Malagò ha risposto: “L’obiettivo è quello. C’è una abbondante condivisione sui ragionamenti. Poi può essere che si fa e si disfà la tela, ma ho trovato un clima di coesione”. Per Malagò questa vicenda “si deve concludere senza fazioni, senza vincitori e vinti”. Successivamente verrà affrontata la delicata questione dei diritti tv, con l’assegnazione al colosso spagnolo Mediapro che deve ottenere il via libera definitivo dell’Antitrust. “A breve ci sarà un incontro istituzionale. Non c’è alcun segnale di apprensione, è un passaggio obbligato”, ha concluso il numero 1 dello sport italiano.


Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2018 - 22:50

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