La Cassazione conferma l’ergastolo per il figlio di ‘Sandokan’

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La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Nicola Schiavone il primo figlio di Francesco Schiavone detto Sandokan. La sentenza per il giovane rampollo dei Casalesi è stata letta nella serata di ieri. Il ricorso dei suoi legali è stato respinto per il primogenito del boss del clan dei casalesi mentre è stata confermata l’assoluzione per Francesco Barbato, assolto per non aver commesso il fatto. L’omicidio di Antonio Salzillo, commesso nel 2009 a Cancello ed Arnone, fu considerato un vero spartiacque. Dopo più di 20 anni il clan Schiavone ripulì il territorio casertano da possibili incursioni ad opera dei vecchi sodali di Antonio Bardellino, scomparso in Brasile. Salzillo infatti era il nipote di Bardellino, fratello di Paride, fu strangolato con un filo stretto intorno al collo e lanciato nel canale dei Regni Lagni per ordine di Mario Iovine. Il fratello Antonio aveva deciso di tornare a Cancello ed Arnone con lo scopo di aprire una rivendita di auto ma la sua sentenza di morte era già stata scritta. Francesco Barbato è stato assolto per non aver commesso il fatto dopo essere stato condannato in primo grado all’ergastolo. Confermata l’assoluzione dall’accusa di omicidio anche per Michele Ciervo, condannato a 4 anni e 8 mesi solo per favoreggiamento.
Pena confermata anche per i coniugi Ernesto Arrichiello e Teresa Massaro, quest’ultima cugina del pentito Roberto Vargas, due agricoltori di Cancello ed Arnone che avrebbero ospitato i sicari dopo il delitto nella loro masseria. Dall’ergastolo erano passati a ventitrè anni di reclusione in Appello. Gli imputati sono stati tirati in ballo dai fratelli Pasquale e Roberto Vargas, cugini della donna, e Salvatore Caterino, condannati a 14 anni e 6 mesi di reclusione in quanto beneficiari dello sconto di pena applicato ai collaboratori di giustizia. Massimo Russo, colui che impugnò la pistola e sparò, si è visto confermare la condanna a ventotto anni di carcere a fronte di una condanna all’ergastolo in primo grado.


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