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Il boss doveva segare le sbarre della cella con i ‘fili diamantati’ e poi fuggire su una gru



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Sono nove le persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell’ambito delle indagini che hanno permesso di svelare anche i dettagli esecutivi di un ambizioso progetto di evasione dal carcere di Foggia del capo cosca della famiglia Romito, Antonio Quitadamo, 42enne di Mattinata, e di un suo gregario. L’evasione doveva avvenire tra il 31 dicembre 2017 e il capodanno 2018, giorni in cui le misure di sorveglianza e di sicurezza nel carcere sono fisiologicamente ridotte. Il boss e il suo gregario avrebbero dovuto segare le sbarre delle finestre della cella con due fili diamantati introdotti nella sala colloqui del carcere il 29 dicembre 2017 da alcune delle persone arrestate oggi. I ‘capelli d’angelo’, cosi’ vengono chiamati i fili diamantati, furono subito sequestrati dalla Gdf, che aveva in corso un’indagine piu’ ampia, e – secondo la Polizia penitenziaria – erano tecnicamente idonei a segare le sbarre della cella che ospitava i due detenuti. Una volta usciti dalla cella i due avrebbero dovuto raggiungere il tetto di un capannone interno al carcere e vicino alle mura perimetrali e avrebbero dovuto saltare sul cestello collegato al braccio telescopico di una gru o di un carrello elevatore, posizionati all’esterno della struttura carceraria.

Tre detenuti nel carcere di Foggia hanno comunicato per telefono dall’interno con un esponente dello stesso clan agli arresti domiciliari, pianificando l’introduzione nell’istituto penitenziario di uno strumento di offesa, indicato in modo criptico come una ‘cinta/cintura’ che doveva servire per uccidere un altro detenuto non meglio identificato. E’ uno dei fatti emersi dall’inchiesta condotta dai finanzieri del Comando Provinciale della città dauna. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, è durata da ottobre 2017 al mese in corso e ha riguardato alcuni componenti della organizzazione, detenuti nella Casa Circondariale di Foggia oppure liberi. Mediante numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso come all’interno dell’istituto penitenziario siano state utilizzate nel tempo diverse utenze telefoniche, con continui cambi di schede sim e con linguaggi in codice, attraverso le quali i componenti di vertice e i gregari dell’organizzazione detenuti trattavano con i referenti esterni le più diversificate attività illecite, con particolare riferimento al traffico di sostanze stupefacenti, al reperimento ed alla detenzione di armi clandestine e, da ultimo, all’eclatante progetto di evasione dal carcere del boss.

Ad innescare le indagini proprio la conversazione telefonica dell’11 ottobre 2017, captata dai militari del Nucleo pef della Guardia di Finanza di Brindisi nell’ambito di un procedimento penale incardinato in quella sede, intercorsa tra i tre detenuti e un referente esterno del gruppo, residente a Vieste, agli arresti domiciliari. Nel corso del colloquio, secondo gli inquirenti, veniva pianificato l’omicidio in carcere. Successivamente, le indagini dei finanziari foggiani ha riscontrato, in tempo reale, le evidenze di indagine acquisite nel corso di complesse operazioni tecniche, comprese le intercettazioni di numerosi colloqui in carcere tra i detenuti indagati e i loro familiari. Le attività tecniche sono state rese possibili anche grazie alla collaborazione della Polizia Penitenziaria in servizio nell’istituto penitenziario dauno. Il Nucleo pef di Foggia ha acquisito elementi investigativi utili al successivo rinvenimento e sequestro di 2 fucili calibro 12, il primo marca Franchi modello Predator con canna mozzata di provenienza furtiva ed il secondo marca Beretta modello S 55 Patent con matricola abrasa, entrambi carichi e pronti al fuoco, avvenuti il 15 dicembre 2017, a Vieste in una zona particolarmente impervia per la fitta vegetazione presente. E anche il ritrovamento di una pistola modello Glock, calibro 9×21, con matricola abrasa, comprensiva di 20 cartucce, avvenuto Monfalcone (Gorizia), il 20 gennaio 2018, con l’arresto in flagranza di reato di una delle persone arrestate oggi. Per le armi gli accertamenti di natura tecnica dovranno verificarne il possibile utilizzo in attività criminose. Tentata evasione al carcere di Foggia: arresti a Mattinata, Vieste e Manfredonia
„In relazione a tali condotte delittuose ed in esecuzione del predetto provvedimento dell’A.G., in data odierna, agli indagati Antonio Quitadamo, classe 1975 di Mattinata, Giuseppe Della Malva 43enne di Vieste, è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati loro ascritti concernenti il porto e la detenzione di armi da sparo clandestine, mentre agli indagati Hdiouech Hchhmi 33enne di Vieste, R.A., 40enne di Manfredonia, a D.G.M. e P.A.F., le due donne di 31 e 35 anni di Mattinata e Manfredonia, Leonardo Ciuffreda 40enne di Mattinata ma residente a Monfalcone e R.L., incensurato di Manfredonia di anni 75, è stata notifica l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per i reati loro ascritti in ordine all’approntamento logistico del piano di evasione. Analoga misura detentiva agli arresti domiciliari, è stata altresì notificata ad Antonio Quitadamo per i reati ascrittigli con riferimento al tentativo di evasione dal carcere. classe 1986 di Vieste.



Articolo pubblicato il giorno 28 Febbraio 2018 - 17:47


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