Concluse le indagini per otto dipendenti dell'Arpac di Salerno indagati per abuso d'ufficio e falso ideologico e materiale per i controlli effettuati presso le fonderie Pisano.Potrebbe interessarti
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Inoltre la procura salernitana avrebbe evidenziato come nel 2014 e 2015 non sarebbero state effettuate le ispezioni ordinarie come previsto. L'inchiesta che riguarda gli otto dipendenti Arpac, che ora hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dai magistrati, è nata in seguito alle indagini su una serie di ipotesi di inquinamento (emissioni di odori molesti, fumi e polveri oltre allo scarico di acque inquinanti e gestione illecita di rifiuti pericolosi) prodotti dalla Pisano e per ultimo anche sull'illegittimità dell'autorizzazione Aia ma anche sulla violazione della normativa antincendio e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (indagini queste che hanno prodotto il sequestro delle fonderie, poi dissequestrate in attesa di una nuova pronuncia del Riesame dopo l'annullamento del dissequestro da parte della Cassazione): in quest'ambito la procura ha voluto fare chiarezza anche sui controlli che l'Arpac di Salerno avrebbe effettuato e che - a parere del pool di magistrati che indaga - sarebbero viziati tanto è che per le ultime ispezioni fu dato mandato all'Arpac di Caserta (novembre 2015).
E in quest'ultima attività istruttoria, condotta dal direttore tecnico dell'Arpac regionale che oltre a coordinare le attività dei colleghi casertani confrontò l'esito dell'ispezione del dipartimento di Caserta con quello delle ispezioni condotte dal dipartimento di Salerno facendo riferimento agli anni 2013 e 2014, si parla di una «costante presenza dei consueti profili di criticità ambientale legati alle emissioni e all'inadeguatezza delle strutture e un approccio mai definitivamente risolutivo nelle varie sedi e fasi di controllo».
Falsificavano i controlli sulle Fonderie Pisano: 8 indagati
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