“Avevamo il sospetto che ci fosse una talpa del clan Gallo-Cavalieri all’interno dei carabinieri di Torre Annunziata”. La sconcertante rivelazione è stata fatta l’altro giorno davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata, da un militare del nucleo investigativo che tra il 2006 e il 2008 ha indagato sugli affari illeciti e sul traffico di droga gestito dal clan nella zona Vesuviana e non solo. Il carabiniere ha fatto una lunga deposizione nel corso del processo che vede imputati Luigi Savino e Luigi Bollino, detto o’ studente ex latitante e trafficante internazionale di droga catturato a Nowy Targ in Polonia a gennaio scorso dove faceva il pizzaiolo in un locale gestito da italiani. Il carabiniere ha focalizzato la sua attenzione su alcune conversazioni tra l’ex latitante e Vincenzo Gallo, cugino di Pasquale ‘o bellillo, quest’ultimo ritenuto il padrino fondatore del clan, e finite agli atti del processo. Proprio da alcune telefonate tra i due – finite agli atti del processo – sarebbe venuto fuori il ruolo di “un maresciallo che avrebbe fornito informazioni sulle indagini ai rappresentanti della cosca”. Ma non è l’unico retroscena raccontato durante il processo. Il carabiniere ha anche ricostruito nei dettagli il contesto criminale a Torre Annunziata dal 2006 al 2008 (il periodo d’indagine). Anni terribili in cui si “uccidevano anche 2 persone al giorno.
Bollino era un uomo di rango del clan. Vincenzo Gallo avrebbe affittato un appartamento a Maiori, in provincia di Salerno. Il contratto era intestato a un suo prestanome. E volevano trasformare quella struttura nel covo del clan”. Non a caso a Maiori, i carabinieri negli anni scorsi avevano intercettato numerose conversazioni tra soggetti considerati vicini alla cosca. E quell’immobile -secondo la tesi della Dda – fungeva anche da nascondiglio per boss e affiliati per sfuggire alle ricerche delle forze dell’ordine. A conferma del ruolo di Bollino nell’organizzazione anche una cena, proprio a Maiori, Vincenzo Gallo. Il carabiniere nel corso della sua deposizione ha fatto anche riferimento ad alcune perquisizioni eseguite a casa di Bollino negli anni della guerra di camorra. Operazioni che portano al sequestro di un giubbotto antiproiettile.
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