Scafati

I retroscena dell’arresto di Aliberti: è stato trovato da un amico a Pagani. Ora è guardato a vista in carcere

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Scafati. L’ultima notte che lo ha diviso dal carcere l’ha passata a Pagani, lontano dalla sua città. Era lì, l’ex sindaco di Scafati, Angelo Pasqualino Aliberti, quando gli uomini della sezione Dia di Salerno lo hanno trovato. Era a casa di un amico con un passato in politica, nei pressi dello stadio di Pagani, forse a parlare di futuro, forse del carcere. Non è stata una vera e propria fuga la sua, fino a stamattina quando il provvedimento della Corte di Cassazione che ne disponeva l’arresto nessuno poteva cercarlo, Aliberti era un cittadino libero. Poteva stare ovunque. Ha deciso di passare le ultime ore da uomo libero a Pagani, in un’abitazione nei pressi del Marcello Torre. E’ lì che gli uomini della Dia gli hanno chiesto di seguirli nella sede operativa del reparto speciale a Salerno, dove ha salutato la moglie, Monica Paolino, e si è fatto accompagnare in carcere, così come disponeva quell’ordinanza del Riesame fatta propria dai giudici della Cassazione, ieri. Aliberti era preparato all’eventualità di finire in carcere con l’accusa di scambio di voto politico-mafioso, se ne era convinto da ieri, probabilmente, ed è iniziata per lui una lunga notte tormentata. Probabilmente, avrà pensato di costituirsi in carcere da solo, evitando Fuorni. Chissà sarà stata valutata anche questa eventualità. Era preparato all’arresto. E anche a successive scelte difensive per incompatibilità col regime carcerario. Pronta anche la documentazione medica, già prodotta nel corso delle diverse fasi giudiziarie per evitare il carcere, come quella perizia medico legale di parte che lo voleva affetto da disturbi psicologici, ritenuta non rilevante da una perizia della Procura. Ed è per questo che è stato applicato nei suoi confronti un protocollo di sicurezza all’interno del carcere: guardato a vista per evitare che possa mettere in atto forme di autolesionismo. Anche questo elemento sarà oggetto di discussione difensiva e base per una eventuale richiesta di scarcerazione nei prossimi mesi.

Rosaria Federico


Articolo pubblicato il giorno 24 Gennaio 2018 - 22:46

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