“Nelle organizzazioni di mafia, di ‘ndrangheta, di camorra le donne stanno sempre piu’ prendendo il posto degli uomini e sono soggetti a volte piu’ pericolosi e violenti”. Per questo “porre delle eccezioni al divieto di detenzione domiciliare e quindi consentirla per le donne incinte o madri di minore di 10 anni e per i padri con potesta’ genitoriale di minore di anni 10 con madre deceduta”, come prevede la riforma penitenziaria, rischia di “indebolire le misure di contrasto”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, mettendo in luce alcuni “punti della riforma che meritano una riflessione” durante un’audizione in commissione Giustizia della Camera. “Quando si dice ‘minori di anni 10′ – ha rilevato inoltre De Raho – non si tiene conto di quanto sta avvenendo: e’ sotto gli occhi quello che accade a Napoli, con bande di ragazzini di 8, 10, 11 anni, al punto che si sta discutendo di un abbassamento dell’eta’ dell’imputabilita’. Quindi rimettere ai domiciliari un soggetto condannato per terrorismo o mafia per restituirlo ai figli non mi sembra corrispondente alle reali esigenze. Il fine e’ il migliore: ricompattare la famiglia. Ma quella non e’ una mamma ‘normale’, passatemi il termine. I percorsi sono altri: quelli educativi e formativi”.
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