Camorra, omicidio ai Quartieri: Verrano ucciso dopo la lite con il figlio di una capo-piazza dello spaccio

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Gennaro Verrano sarebbe stato ucciso per vendicare uno sgarro nel mondo della droga. Avrebbe litigato violentemente il giorno prima con il figlio di una donna per la gestione di una piazza di spaccio. E0′ questa la pista principale seguita dagli investigatori per dare una spiegazione al morto numero 32 dall’inizio dell’anno a Napoli e provincia.
Anche se più di un investigatore attento ricorda che la vittima è il padre di Francesco detto “Checco lecco”, 18enne dal febbraio scorso, indagato da minorenne per l’omicidio di Mario Mazzanti dell’omonima famiglia della Chianche dei Quartieri Spagnoli e per un triplice tentato omicidio. Il giovane, fin quando è rimasto libero, era accostato da inquirenti e investigatori ai Giuliano-Sibillo. Una vendetta nei confronti del figlio? Gli inquirenti stanno valutando tutte le piste.
Ma la lite con il figlio della donna molto influente in questo momento nello scacchiere criminale dei Quartieri Spagnoli è la pista privilegiata. Ma Verrano  è un pregiudicato noto soprattutto per la sua attività di rapina rolex. Aveva già scontato condanne e contro di lui pendeva anche una richiesta di arresto da parte del Belgio per un colpo messo a segno a Bruxelles. Ma era impossibilitato a presenziare per problemi psichici. Proprio nei prossimi giorni, come ricorda Il Roma,  aveva una visita con un perito per attestare la sua semi-infermità mentale.
Gli investigatori stanno scavando per cercare di comprendere se l’uomo possa aver pestato i piedi a qualcuno o in particolare possa aver messo a segno un colpo “sbagliato”. Poi c’è la pista che porta al Francesco detto “Checco lecco”: diciotto anni da poco compiuti e una condanna a dieci anni di reclusione, non ancora definitiva per un tentato omicidio. Si tratta di una sparatoria nella quale doveva essere ucciso un ragazzino della sua età (avevano entrambi sedici anni) che aveva picchiato un suo amico, o meglio, un amico di quelli della “paranza dei bambini”, lato-Giuliano di Forcella.
Sparò ma non colpì né la vittima designata, né l’amico che era con lui ma un povero signore che era andato a gettare la spazzatura proprio in quel momento. Per questo reato è stato condannato in primo e in secondo grado. Poi risponde dell’omicidio di Mario Mazzanti, assassinato nel 2015 ai Quartieri Spagnoli. Anche in questo caso ucciso dopo una lite. Per questo processo ha scelto di essere processato con il rito abbreviato e sarebbe anche pronto a confessare.




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