Ercolano, Ciro Montella ‘o lione confessa in aula: ”Feci uccidere io Giorgio Battaglia”

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Oggi innanzi alla Corte di Assise di Appello di Napoli, III sezione, presieduta dal Dottor Mastursi con a latere il dottore Melito, è iniziato il processo relativo all’omicidio di Battaglia Giorgio, avvenuto il 22 ottobre 2001 nell’ambito della faida tra il clan Ascione – Papale e quello dei Birra.
Il processo di primo grado si concluse con la condanna all’ergastolo di Montella Ciro ritenuto uno dei mandanti, mentre Papale Pietro, anch’ egli accusato di essere mandante, in accoglimento delle ragioni giuridiche offerte dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, fu sorprendentemente assolto dal Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli, Dottoressa Rosa De Ruggiero, ed evitò in quella sede la condanna all’ergastolo richiesta dalla direzione distrettuale antimafia .
La decisione assolutoria di Papale non fu accettata dal pubblico ministero che presentò appello.
Questa mattina, alla luce delle nuove norme entrate in vigore con la riforma cosiddetta Legge Orlando, era programmata la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale mediante l’esame di tre collaboratori di giustizia: Gaudino Ciro, Esposito Gaetano ed Esposito Andrea.
Ma, prima dell’esame dei pentiti, Montella Ciro si è autoaccusato del delitto, mentre, pur conscio dei rischi a cui andava incontro, Papale Pietro ha scelto di affrontare il processo, consapevole di avere, pur in caso di condanna, la possibilità di ricorrere in cassazione nell’ambito di una vicenda giudiziaria che in primo grado ha comunque visto vincente la sua linea difensiva .
Conseguentemente, il rappresentante dell’ ufficio della Procura Generale ha stretto il cerchio delle sue domande solo intorno a Papale Pietro.
L’audizione dei tre collaboratori di giustizia è stata un momento importante per l’accusa in quanto tutti e tre i collaboratori di giustizia hanno riferito in ordine al pieno coinvolgimento di Papale Pietro.
Costoro hanno collocato nell’omicidio in oggetto Papale Pietro sia come mandante sia quale soggetto che ha curato la organizzazione del delitto nonchè ha provveduto a ricompensare gli esecutori dello stesso.
Il processo è stato rinviato al 2 novembre, giorno nel quale si terrà sia la requisitoria del Procuratore Generale che, a questo punto, con elevata probabilità, chiederà la condanna all’ergastolo per Papale Pietro e la riduzione della pena per Montale Ciro che si è autoaccusato del delitto.
Nella stessa giornata sono previste anche le discussioni dei difensori degli imputati.


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