Playboy in lutto: è morto Hugh Hefner, fondatore della rivista

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Morto per cause naturali a novantuno anni Hugh Hefner, il fondatore della rivista Playboy, conosciuta in tutta il mondo.Il suo marchio sfidava sfacciatamente il puritanesimo, incarnando una delle molte facce della rivoluzione sessuale.

E’ morto nella sua casa di Los Angeles, la Playboy Mansion nei pressi di Beverly Hills, circondato dalla sua famiglia.Lo ha reso noto la casa editrice di Playboy, a cui fa capo un vero e proprio impero dell’intrattenimento ammiccante, popolato dalle playmate, le onnipresenti, sorridenti e avvenenti conigliette nate dalla fantasia di Hefner per raggiungere quella di milioni di uomini in tutto il mondo attraversando diverse generazioni.

Era il 1953 quando a soli ventisette anni, Hefner fondò la rivista.Giovane marito e padre, aveva da poco lasciato il suo precedente lavoro presso una rivista dedicata ad attività per bambini e abbracciò la sfida della rivoluzione sessuale rendendola una rivoluzione personale.

    Donne graziose, sorridenti e poco vestite come formidabile antidoto al puritanesimo americano.Criticata e osteggiata da alcuni, celebrata e osannata da altri, il tratto inconfutabile della rivista Playboy è la sua notorietà, non impermeabile ai cambiamenti del tempo ed emblema di una operazione di marketing tra le più riuscite.

    Playboy voleva offrire il sogno di cui Hefner fu testimonial tanto quanto le sue desiderate playmate.Intuizione fortunatissima quella di Hefner, capace come pochi di leggere il segno dei tempi: così nella prima edizione di Playboy comparivano foto di una giovane Marilyn Monroe senza veli.

    In un anno la tiratura della rivista raggiunse quasi duecento mila copie, diventate un milione in cinque anni; negli anni ’70 i lettori erano sette milioni.Con Internet la competizione, anche per Playboy, si è fatta durissima e le copie sono scese a meno di tre milioni.

    Nel 2015 Playboy ha smesso di pubblicare foto di donne nude proprio in risposta alla diffusione di tali immagini in rete.Ma fino alla fine Hefner ha mantenuto la sua promessa.


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