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Torre Annunziata, va al processo in Tribunale col coltello in tasca: denunciato

torre annunziata- Si è presentata ad una udienza in Tribunale con un coltello in tasca. Un agente in servizio di vigilanza all'ingresso del Tribunale di Torre Annunziata ha fermato un 58enne,  pregiudicato, che stava per accedere all'aula dove aveva un'udienza.

Durante il controllo, è emerso che l'uomo aveva con sé un coltello con una lama di 16 centimetri. Immediata la denuncia per porto abusivo di oggetti atti ad offendere, a dimostrazione della tolleranza zero applicata dalla Polizia di Stato, soprattutto in un luogo sensibile come un palazzo di giustizia.

L'operazione conferma l'impegno delle forze dell'ordine sul territorio, un'azione di contrasto che procede senza sosta, colpendo sia il mercato della droga che i comportamenti pericolosi per la sicurezza pubblica.

Ragù Day a Napoli, il profumo della domenica diventa festa popolare

Non è solo un piatto. Il ragù, a Napoli, è un rito di famiglia che comincia il sabato pomeriggio e riempie le strade la domenica mattina con il suo profumo lento, caldo, denso di affetto. È “assaggia se manca di sale”, è “ancora non è pronto, deve pappuliare”, è la tavola piena, le risate, i ricordi. Un’intera identità che passa dal mestolo.

Da questa immagine nasce il Ragù Day, la Giornata Regionale del Ragù Napoletano istituita dalla Regione Campania e organizzata da Scabec insieme a Casa Surace, il collettivo che ha fatto della famiglia meridionale un racconto contemporaneo. La legge regionale che riconosce il ragù come patrimonio culturale immateriale diventa così una festa popolare, un momento di comunità dedicato alla tradizione e all’affetto domestico. Una celebrazione che ricorda anche Nonna Rosetta, figura simbolo del gruppo, scomparsa quattro anni fa.

Il pranzo della domenica diventa evento

L’appuntamento è domenica 9 novembre a Napoli, negli spazi de La Santissima – Ex Ospedale Militare, dalle 11:45 alle 17:00.
L’ingresso è gratuito con prenotazione consigliata (www.scabec.it), e ai partecipanti saranno offerti assaggi di prodotti locali. Sarà possibile acquistare piatti della tradizione: gnocchi al ragù, polpette, parmigiana di melanzane, ruospi fritti e cavati.

L’atmosfera sarà quella di un grande pranzo di famiglia, con il Food Truck della Trattoria Nennella, musica popolare, ironia e teatralità. Sul palco gli attori di Casa Surace – Antonella Morea, Riccardo Betteghella, Daniele Pugliese, Alessandro Freschi, Irene Grasso e Serena Caputo – saranno protagonisti di uno spettacolo che alterna comicità e racconti di vita. Ospiti speciali: il giornalista e antropologo Marino Niola e il cantautore Gabriele Esposito.

Le nonne al centro (com’è giusto che sia)

A presiedere il cuore della festa ci saranno loro: le nonne, custodi del sapere culinario. Il loro stand offrirà dolci e salati, sfizi e ricette di casa.
Ci saranno poi il “Stand del Malocchio”, lo “Stand dei Tarocchi” e due laboratori per imparare a preparare pasta fatta in casa e passata di pomodoro, elementi fondativi del ragù.
Nel corso della giornata sarà consegnato il Premio Nonna/Nonno dell’Anno, un riconoscimento alla memoria e all’amore familiare.

Non solo festa, ma anche racconto culturale

Allestimenti scenografici, momenti musicali, collegamenti radio e interventi culturali arricchiranno un percorso pensato per far vivere al pubblico un viaggio emotivo tra colori, profumi e storie della domenica napoletana.

La festa continua a Sala Consilina

Il Ragù Day tornerà domenica 28 dicembre a Sala Consilina, paese di Nonna Rosetta e porta del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Un modo per riportare al centro le tradizioni delle aree interne della regione.

Perché il ragù, a Napoli, non è una ricetta. È un sentimento che si tramanda.

Baia rinasce con la nuova stazione Cumana: statue in 3D e tecnologia per valorizzare l'archeologia

Bacoli– La nuova stazione ferroviaria di Baia, sulla linea Cumana, apre le porte al pubblico trasformandosi in un ponte tra passato e futuro. Inaugurata alla presenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, del sindaco di Bacoli Josi della Ragione e delle autorità locali, la struttura rappresenta un esempio unico di integrazione tra trasporto pubblico e valorizzazione archeologica.

Un cantiere lungo vent'anni

Il progetto ha attraversato un percorso travagliato. I lavori, avviati nel 2005 e bloccati dal 2012 per contenziosi amministrativi, sono ripresi nel febbraio 2023 grazie all'intervento di Eav, l'azienda regionale del trasporto pubblico. L'investimento complessivo ammonta a 37 milioni di euro per una superficie di circa 3mila metri quadrati.

Come ha ricordato il presidente di Eav Umberto De Gregorio, la riapertura del cantiere è stata possibile dopo la risoluzione delle controversie tra il commissario governativo della Regione Campania e il concessionario.

Un museo vivente sui binari

La stazione non è un semplice snodo ferroviario, ma un'esperienza culturale immersiva. Ogni elemento architettonico dialoga con il territorio: materiali, texture, colori e riferimenti alle strutture antiche accompagnano i viaggiatori in un viaggio attraverso la storia di Baia.

Il vero gioiello è l'allestimento artistico che racconta luoghi, eventi e personaggi legati all'area archeologica. Grazie alle più avanzate tecniche di stampa 3D, sono state riprodotte alcune statue originariamente rinvenute a Baia e oggi custodite nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Queste riproduzioni hanno già fatto il giro del mondo: sono state esposte all'Expo di Osaka durante la mostra Fuoco e Memoria. Vulcani, storia e archeologia, nell'ambito della settimana dedicata alla Campania dal 20 al 30 luglio 2025.

I prossimi interventi

L'apertura della stazione segna solo il primo capitolo di un progetto più ampio. È già programmata una seconda fase dei lavori, del valore di 14 milioni di euro, che prevede la realizzazione di un sottopasso per collegare direttamente la stazione al lungomare di Baia e il raccordo con la vecchia fermata. La conclusione del cantiere è fissata per il 2027.

Il bradisismo mette a rischio la linea

L'inaugurazione avviene però in un momento critico per la Cumana. Il fenomeno del bradisismo e i frequenti sciami sismici che interessano i Campi Flegrei stanno causando gravi disagi alla circolazione ferroviaria. La scossa di magnitudo 4 registrata a fine luglio ha provocato danni significativi alla galleria di Monte Olibano e alla vecchia stazione di Pozzuoli.

Attualmente la linea è interrotta nel tratto da Arco Felice a Gerolomini, con una navetta su gomma che garantisce il collegamento. I lavori di messa in sicurezza della galleria dovrebbero concludersi entro tre mesi, mentre la nuova stazione di Pozzuoli sarà operativa entro luglio 2026. Nel frattempo, il raddoppio dei binari è stato completato.

Verso il rilancio della Circumflegrea

Sono inoltre in corso gli interventi per ripristinare la circolazione sulla linea Circumflegrea nel tratto Licola-Torregaveta, interrotta da oltre 15 anni. Un segnale di rilancio per l'intera rete ferroviaria flegrea, nonostante le sfide imposte dall'instabilità geologica del territorio.

Gomorra, il ritorno alle origini: Pietro Savastano da ragazzo di strada a boss

Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato. Con il rilascio del primo, intenso teaser, Sky ha alzato il sipario su 'Gomorra - le origini', l'atteso prequel in sei episodi che riavvolge il nastro della saga criminale nata dal bestseller di Roberto Saviano.

La serie, prodotta da Sky Studios e Cattleya, debutterà a gennaio 2025, promettendo di svelare la giovinezza inquieta e l'educazione criminale di pietro Savastano.

La storia ci trasporta nel 1977. Un giovanissimo Pietro, interpretato da Luca Lubrano, è un figlio di nessuno che cresce nella parte più povera di Secondigliano, sognando una vita migliore per sé e per i suoi amici di sempre.

La sua ambizione lo porterà a incrociare la strada di Angelo ‘A Sirena (Francesco Pellegrino), carismatico gestore di una bisca per conto del clan Villa, un ruolo che gli sta decisamente stretto. Sarà questo l'incontro che segnerà l'ingresso di Pietro nel mondo della criminalità, un percorso segnato da violenza, alleanze e tradimenti che gli insegnerà a caro prezzo le regole del potere.

Il cast introduce un mosaico di personaggi destinati a plasmare il futuro della camorra. Flavio Furno è ‘O Paisano, un malavitoso che dal carcere progetta una "nuova camorra" senza capi né schiavi. Incontreremo anche le versioni giovanili di figure iconiche: Tullia Venezia veste i panni di una liceale Imma, che suona al conservatorio e sogna l'America, mentre Fabiola Balestriere è Annalisa Magliocca, una giovane madre che il pubblico conoscerà come la spietata Scianel.

Al loro fianco, Biagio Forestieri nel ruolo di Corrado Arena, re del contrabbando, e Ciro Capano e Renato Russo nei panni di Don Antonio e Michele Villa, boss di Forcella.

Il progetto vanta un team creativo di prim'ordine, con la serie creata da Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Roberto Saviano. La regia dei primi quattro episodi è affidata a Marco D’Amore, già indimenticabile Ciro Di Marzio, che qui assume anche il ruolo di supervisore artistico e co-sceneggiatore, garantendo una profonda continuità con l'universo narrativo originale.

Gli ultimi due episodi sono invece diretti da Francesco Ghiaccio. 'Gomorra - le origini' non è solo la storia di un uomo, ma il ritratto di un'epoca che ha forgiato il volto della criminalità moderna, svelandone le radici più profonde.

Maltempo, scatta l'allerta gialla in Campania: "Previsti temporali intensi"

Napoli – Una nuova perturbazione minaccia la Campania. La Protezione Civile della Regione ha diramato un'allerta meteo di livello giallo per rischio temporali, mettendo in preallarme le autorità e la popolazione.

L'ondata di maltempo è attesa sul territorio regionale a partire dal primo pomeriggio di domani, venerdì 7 novembre. Secondo le previsioni, i fenomeni insisteranno in maniera prevalente lungo la fascia costiera, portando piogge e temporali.

L'avviso, in particolare, segnala la possibilità di precipitazioni locali che potrebbero rapidamente evolvere, assumendo carattere di rovescio intenso o temporale.

Durata e Dettagli dell'Allerta

La fase di vigilanza scatterà ufficialmente dalle ore 15:00 di domani, venerdì 7 novembre, e resterà in vigore per le successive 24 ore, fino alle 15:00 di sabato 8 novembre.

Le Zone Interessate

Il provvedimento di allerta gialla copre una vasta porzione del territorio regionale. Le zone di allerta specifiche indicate dalla Protezione Civile sono le seguenti:

Zona 1: Piana campana, Napoli, Isole, Area vesuviana

Zona 3: Penisola Sorrentino-Amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini

Zona 5: Tusciano e Alto Sele

Zona 6: Piana del Sele e Alto Cilento

Zona 7: Tanagro

Zona 8: Basso Cilento

Napoli, blitz in via Toledo: maxi-sequestro di merce contraffatta 

Napoli - Proseguono senza sosta le attività di controllo della Polizia Locale di Napoli nel cruciale asse di Via Toledo e nelle strade limitrofe. L'obiettivo è chiaro: tutelare il commercio regolare, la salute dei consumatori e il decoro urbano.

L'unità operativa Avvocata ha condotto un'intensa serie di verifiche mirate che ha portato a un bilancio significativo: circa 200 capi d'abbigliamento sequestrati, tra merce con marchi contraffatti e articoli privi di etichettatura. In totale, sono state comminate 11 sanzioni amministrative per violazioni del regolamento comunale sull'occupazione di suolo pubblico e della normativa regionale sul commercio.

Falsi artigiani e merce "fantasma" in piazza Dante

Le operazioni hanno preso il via in Piazza Dante, dove gli agenti hanno passato al setaccio gli otto punti vendita autorizzati nell'ambito del mercato artigianale. La sorpresa è stata amara: ben sette operatori esponevano prodotti industriali, contravvenendo palesemente all'autorizzazione che prevedeva la vendita di "opere del proprio ingegno". Per ciascuno di essi è scattata una multa di mille euro, e la situazione è stata segnalata alle autorità competenti per la possibile revoca dell'autorizzazione a partecipare alle fiere mercatali.

Successivamente, in Piazza Carità, le verifiche sulle dodici installazioni temporanee hanno invece dato esito positivo, risultando tutte in regola con titoli e tipologia merceologica dichiarata.

Ambulanti senza licenza e fughe misteriose

Il cuore dei controlli si è poi spostato lungo Via Toledo. Qui, tre venditori ambulanti sprovvisti di licenza sono stati sanzionati con multe complessive per ben 15mila euro. La merce è stata sequestrata e, per la parte ritenuta contraffatta, è scattato il sequestro penale.

In un episodio, il responsabile di un banco abusivo si è dileguato alla vista degli agenti, portando alla presentazione di una denuncia a carico di ignoti.

Dall'ortofrutta al bar: abusi sul suolo pubblico

Le sanzioni non hanno risparmiato neppure gli esercizi commerciali con sede fissa. Il titolare di un esercizio di vicinato è stato multato per occupazione abusiva di suolo pubblico: esponeva le cassette con i prodotti ortofrutticoli all'esterno, rendendo la merce esposta agli agenti atmosferici e non conforme ai requisiti igienico-sanitari. La merce è stata sequestrata e immediatamente distrutta.

Infine, è stato sanzionato anche il titolare di un bar che occupava illegalmente circa tre metri quadrati di suolo pubblico per la vendita di gadget vari. Sanzione amministrativa elevata e immediata rimozione delle strutture intimata.

I controlli si sono protratti fino a tarda sera e, in relazione ai recenti eventi che hanno interessato l'area, la Polizia Locale ha assicurato che analoghe operazioni proseguiranno nei prossimi giorni per garantire la piena osservanza delle norme e la salvaguardia del decoro urbano della città.

Plusvalenze Napoli, De Laurentiis davanti al giudice: il 20 novembre la decisione sul rinvio a giudizio

Roma – È attesa per il 20 novembre la decisione del gup di Roma sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti di Aurelio De Laurentiis, presidente del napoli Calcio, indagato per falso in bilancio.

L’inchiesta riguarda le annate contabili 2019, 2020 e 2021, durante le quali – secondo l’accusa – sarebbero state realizzate plusvalenze fittizie legate ad alcune operazioni di mercato.

Oltre a De Laurentiis, nel procedimento risultano indagati anche Andrea Chiavelli, dirigente e braccio destro del presidente, e la stessa società sportiva SSC Napoli.

Al centro dell’indagine, in particolare, ci sarebbero due trattative: la cessione del difensore greco Kostas Manolas dalla Roma al Napoli nell’estate del 2019 e l’acquisto dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen dal Lille nel 2020. Operazioni che, secondo gli inquirenti, avrebbero generato valori gonfiati nei bilanci societari.

Nel corso dell’udienza preliminare di oggi, Chiavelli ha reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice, difendendo la correttezza delle operazioni contestate.
«Non si è trattato di manovre fraudolente – ha affermato – ma di normali dinamiche di mercato, condotte nel rispetto delle regole contabili e sportive».

Il giudice si è riservato la decisione, che arriverà il 20 novembre, quando stabilirà se disporre il rinvio a giudizio o l’archiviazione del procedimento.

Casoria, va in caserma per una notifica ma è armato: 18enne denunciato

Casoria - Un epilogo inaspettato per un 18enne di Casoria, presentatosi in caserma per una semplice notifica e uscito con una denuncia per porto abusivo d’arma. Il giovane era stato convocato presso la stazione dei Carabinieri locale per la notifica di un atto.

Durante le procedure di routine, i militari presenti hanno però avvertito un intenso e inconfondibile odore di marijuana provenire dal ragazzo.

Il sospetto che potesse occultare sostanze stupefacenti ha spinto i Carabinieri a procedere con una perquisizione personale. La sorpresa è arrivata quando, anziché trovare dosi di cannabis, dalle tasche del 18enne è spuntato un coltello a farfalla, un'arma con una lama lunga ben 21 centimetri.

L'arma è stata immediatamente posta sotto sequestro. Per il giovane è scattata la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica con l'accusa di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.

Benevento, esce dal coma il ragazzo aggredito con mazza da baseball

Benevento - Il diciassettenne di Benevento, brutalmente aggredito lo scorso 5 ottobre da un gruppo di giovani armati di mazza da baseball davanti a una discoteca di Montesarchio, è finalmente uscito dal coma. Ricoverato al "San Pio" di Benevento, il ragazzo ha mostrato progressi sorprendenti, come annunciato nel bollettino medico diffuso oggi.

"Finalmente possiamo dare buone notizie", ha dichiarato il primario della Neurorianimazione, Vincenzo Boniello. "Il paziente è fuori dallo stato di coma, respira autonomamente in modo stabile e interagisce adeguatamente con l'ambiente. Ha raggiunto una completa stabilità emodinamica, con miglioramenti continui sul piano motorio e cognitivo. Ci prepariamo ora a una seconda fase di cura in una struttura riabilitativa specializzata".

Boniello ha elogiato il lavoro dell'équipe: "Questo risultato è frutto della sinergia tra medici, infermieri e tecnici, supportata dall'elevato livello di professionalità e tecnologia del nostro ospedale. Abbiamo gestito un caso neurologico di grande complessità con eccellenza". La prognosi rimane riservata fino al trasferimento, ma il quadro clinico è in netto miglioramento.

L'aggressione, avvenuta un mese fa, aveva destato sconcerto nella comunità locale, con il giovane che versava in condizioni critiche per un trauma cranico grave. Le indagini proseguono per identificare i responsabili.

La Corte dei Conti assolve un collaboratore scolastico salernitano nel caso dei "diplomifici":

Una sentenza destinata a fare scuola e a mettere un argine alle richieste di rimborso degli stipendi per i casi di titoli di studio irregolari. La Corte dei Conti di Milano ha assolto un collaboratore scolastico (ATA) di Salerno, coinvolto nell’inchiesta sui cosiddetti “diplomifici”, stabilendo un principio cardine: se il lavoro è stato effettivamente prestato, non sussiste alcun danno erariale, a prescindere dalla formale dichiarazione del titolo in fase di assunzione.

La vicenda giudiziaria ha riguardato L. S., il quale, come molti altri colleghi del settore scolastico, era finito nel mirino della Procura Contabile su impulso del Ministero dell’Istruzione. L’accusa: aver percepito lo stipizio per anni basandosi su un diploma di perito conseguito nel 2012 e poi rivelatosi irregolare. Il Ministero chiedeva la restituzione di tutte le somme percepite.

A ribaltare le sorti del processo è stata la difesa affidata all’avvocato giuslavorista Danilo Albano, che ha impresso una sterzata decisiva alla linea accusatoria.

La tesi, poi integralmente accolta dal Collegio giudicante, è stata semplice e al tempo stesso rivoluzionaria: il danno per le casse pubbliche si verifica solo se il dipendente non ha lavorato. Se, al contrario, ha svolto regolarmente e senza contestazioni le proprie mansioni, ha pieno diritto alla retribuzione, in virtù del principio “lavoro svolto, salario dovuto”, sancito dall’articolo 36 della Costituzione.

La Corte ha stabilito che, in casi come questi, le eventuali irregolarità riguardano esclusivamente la fase del concorso e del reclutamento, potendo ledere i diritti degli altri candidati. Una volta superata quella fase, però, e una volta che il servizio è stato reso in modo effettivo, il rapporto di lavoro si consolida e il diritto alla retribuzione diviene intangibile.

«Questa decisione rappresenta una tappa fondamentale», commenta l’avvocato Albano, «perché riconosce e protegge il diritto del lavoratore, separando la regolarità del titolo di accesso dal diritto a essere retribuito per il lavoro concretamente svolto. È un principio di civiltà giuridica che avrà un impatto su tutta la giurisprudenza nazionale in materia di pubblico impiego».

La sentenza, dunque, non solo restituisce serenità al collaboratore scolastico salernitano, ma traccia una linea chiara per migliaia di casi analoghi, blindando le buste paga di tutti quei dipendenti pubblici che, al di là di vizi formali, hanno onestamente lavorato per anni. Un verdetto che fa del lavoro svolto l’unica vera moneta di scambio per avere diritto a uno stipendio.

Napoli, rissa furiosa alla Stazione Centrale

Napoli  – Non è più un allarme sporadico, ma un incubo che si ripete al calar della sera: la Stazione Centrale, polmone nevralgico della città, è diventata teatro di una violenza sfrenata che sfida ogni barriera di civiltà.

L'ultimo episodio, immortalato in un video agghiacciante arrivato al deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra), mostra una rissa feroce scoppiata intorno alle 23 di ieri sera lungo Corso Garibaldi. Un gruppo di aggressori, accecati dalla rabbia, irrompe sui binari del tram, incurante dei convogli in arrivo e del rischio mortale per sé e per i passanti innocenti.

In quest'area un tempo simbolo di vitalità partenopea, il dialogo sembra un lusso estinto: qui si "comunica" solo a suon di pugni, bastonate e, troppo spesso, coltellate. "Non si dialoga, si aggredisce", tuona Borrelli, che definisce la zona "un biglietto da visita avvelenato" per Napoli.

L'episodio non è un fulmine a ciel sereno, ma l'ennesima manifestazione di un degrado cronico che infesta Piazza Garibaldi e dintorni, trasformando snodi cruciali in zone franche per il caos."Assistiamo a una degenerazione inaccettabile", accusa il parlamentare, che ha protocollato oggi una nuova denuncia alle autorità.

"L'anarchia regna incontrastata nel cuore della città, e atti come questa rissa sul percorso del tram alle 23 ne sono la prova lampante". Il deputato non si limita a condannare: esige rimedi draconiani. Primo fra tutti, un Presidio Fisso 24/7, con forze dell'ordine ed esercito schierati in modo inamovibile per ristabilire la legalità.

"La carenza di organico è un lusso che Napoli non può più permettersi", avverte, puntando il dito contro il Governo per gli impegni disattesi sulle assunzioni. Vietato anche pensare a chiusure o riduzioni di commissariati: serve un piano sicurezza strutturato, che spezzi la morsa della violenza notturna e liberi la Stazione da questa spirale di illegalità."Non tollereremo approcci superficiali", chiosa Borrelli con fermezza.

"Lo Stato deve mostrarsi saldo e presente: inversione di rotta immediata, o il dramma quotidiano diventerà tragedia irreversibile". Mentre la città attende risposte concrete, la domanda resta sospesa: quanto ancora resisterà Napoli a questa febbre di aggressività, prima che il sole tramonti per sempre sulla sua sicurezza?

Canile abusivo nel litorale Domizio: 22 cani salvati dai Carabinieri del NAS

I Carabinieri del NAS di Caserta hanno portato alla luce una situazione di grave maltrattamento animale, scoprendo e sequestrando un canile abusivo allestito all’interno di una civile abitazione nel litorale Domizio.

L’operazione, condotta con il supporto del personale della locale A.S.L., si è conclusa con il salvataggio di 22 cani meticci costretti a vivere in condizioni di estrema precarietà.

Durante l’ispezione, i militari hanno riscontrato gravi violazioni delle norme igienico-sanitarie e di benessere animale. Gli animali erano rinchiusi in spazi angusti, privi di ricambio d’aria, circondati da rifiuti speciali, scarti alimentari e quintali di escrementi. Le condizioni in cui versavano i cani sono state definite “irrispettose della dignità animale” e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.

Al termine dei controlli, i titolari dell’attività sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria competente e l’intera abitazione, insieme alle relative pertinenze, è stata sottoposta a sequestro preventivo per un valore complessivo stimato di circa 750.000 euro.

Gli animali, in base alle loro condizioni di salute, sono stati trasferiti in strutture sanitarie idonee o affidati a privati cittadini che si sono resi disponibili ad accoglierli. L’intervento dei Carabinieri del NAS conferma l’impegno delle forze dell’ordine nella tutela del benessere animale e nel contrasto delle attività illecite nel settore sanitario.

Rifiuti e reflui nel fiume: sequestrata l’isola ecologica di Vico Equense, era attiva nonostante la chiusura

Funzionava come se nulla fosse, nonostante un’ordinanza comunale ne avesse imposto la chiusura per motivi di sicurezza. E mentre i cancelli restavano aperti, i reflui provenienti dall’isola ecologica di Vico Equense finivano direttamente nel rio Ponticello, senza alcun tipo di depurazione.

È quanto hanno scoperto la Guardia Costiera di Castellammare di Stabia e la Guardia di Finanza della Stazione Navale di Napoli, che questa mattina hanno eseguito il sequestro preventivo dell’impianto comunale situato in località Massaquano, nel cuore della penisola sorrentina.

Il provvedimento, disposto dal gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, riguarda gravi violazioni ambientali: scarico abusivo di acque reflue, deposito incontrollato di rifiuti al suolo e mancato rispetto di un provvedimento interdittivo.

Nel mirino degli inquirenti è finita la Super Eco srl, società con sede a Cassino (Frosinone), affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti urbani per il Comune di Vico Equense. Secondo le indagini, condotte in collaborazione con i tecnici del Servizio Idrico Integrato della società Gori, l’isola ecologica continuava a essere operativa nonostante una frana avesse danneggiato il vicino alveo del rio Ponticello e compromesso due vasche del sistema di trattamento.

Durante i sopralluoghi, la polizia giudiziaria ha rinvenuto tracce di percolato sul piazzale e cassoni colmi di rifiuti accatastati in modo irregolare. Le verifiche tecniche, effettuate tramite l’immissione di una sostanza tracciante eco-compatibile, hanno inoltre confermato che il percorso dei reflui non corrispondeva a quello indicato nell’autorizzazione ambientale. Invece di confluire nella rete fognaria pubblica, i liquami venivano scaricati abusivamente nel corso d’acqua.

Un quadro che, secondo gli investigatori, delinea una gestione illecita e pericolosa dei rifiuti, con potenziali ripercussioni sull’ambiente e sulla salute pubblica. Le indagini della Procura di Torre Annunziata proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità.

Camorra a Varcaturo, la rete del clan Mallardo: estorsioni, minacce e conti della ‘mesata’. I 10 indagati

Napoli - Un’ordinanza applicativa di misura cautelare dell’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli, firmata dalla giudice Ambra Cerabona, riguarda dieci indagati per associazione di tipo mafioso e una serie di episodi estorsivi aggravati, collocati tra luglio 2023 e luglio 2024 nell’area di Giugliano in Campania e lungo l’asse Varcaturo–Lago Patria.

Il fascicolo si inserisce nel solco investigativo sul clan Mallardo, storicamente parte dell’Alleanza di Secondigliano insieme ai sodalizi Contini e Licciardi, con proiezioni economiche in Campania, Lazio e Toscana secondo il quadro delineato nell’ordinanza.​

La struttura del clan

L’indagine descrive una compagine articolata in gruppi territoriali, con vertice riconducibile alla famiglia Mallardo e figure di direzione e collegamento nel tempo, nonché legami cooperativi con altre consorterie dell’“Alleanza” e rapporti funzionali con gruppi limitrofi per gestione di estorsioni, appalti e reinvestimenti illeciti.

il gruppo oltre al controllo del territorio, si dedicava ad estorsioni, usura, scommesse, condizionamento di settori pubblici tramite corruzione e reinvestimento in attività economiche e immobiliari.​

Il gruppo della fascia costiera

L'indagine individua nel gruppo costiero di Varcaturo–Lago Patria un nodo operativo incaricato di tenere i rapporti con Giugliano, la contabilità delle entrate illecite, gli elenchi degli stipendi (“mesate”) e l’organizzazione delle azioni estorsive, con capacità di pressione e interventi intimidatori sul campo.

La guida di questa cellula viene attribuita, in chiave accusatoria, a Pietro Tortorelli, coadiuvato da referenti con ruoli di distribuzione fondi, individuazione dei cantieri da colpire, custodia armi e supporto logistico alle riunioni con altri gruppi.​

Secondo quanto emerge dalle 64 pagine dell’ordinanza, le richieste estorsive puntavano a cantieri edili del territorio e ad attività commerciali, con minacce esplicite e, in un caso, con violenza fisica sul titolare per ottenere somme di denaro, anche sfruttando l’evocazione della appartenenza al clan Mallardo.

In un episodio è contestata la “cavallo di ritorno” per la restituzione di un’auto rubata, con richiesta di 2.500 euro per la riconsegna a Giugliano, ritenuta estorsione aggravata dal metodo mafioso.​

Gli episodi chiave

Al bar Eden, secondo la ricostruzione, un tentativo di costringere una vittima a versare 10.000 euro legato a una controversia familiare, attribuito a tre indagati con aggravanti di metodo mafioso e finalità di agevolare il clan Mallardo; l’evento non si consumò per cause indipendenti dalla volontà degli autori contestati.​

Nella pizzeria “Non solo Polli”, minacce ai dipendenti e al titolare, culminate in percosse e nella consegna di 7.500 euro, da parte di tre persone.

Le posizioni individuali

Pietro Tortorelli: indicato come capo-organizzatore del gruppo costiero, gestore dei rapporti con il vertice, contabilità e “mesate”, direttive operative e partecipazione ad azioni intimidatorie; contestati anche episodi specifici estorsivi.​

Emanuele Piscopo: descritto come stretto collaboratore, responsabile distribuzione stipendi, selezione cantieri da colpire e atti intimidatori; coinvolto in due episodi di estorsione.​

Roberto Corona: ritenuto partecipe, aiuto nella consegna stipendi, supporto alle estorsioni, accompagnamento a riunioni con esponenti di altri gruppi e custodia di armi affidate; contestato anche in un episodio di “cavallo di ritorno”.​

Gennaro Ronga: partecipe con compiti di minaccia ed estorsione; coinvolto nella vicenda della pizzeria e in ulteriori condotte contestate.​

Carmine Cerqua: partecipe, con presunto ruolo frontale nelle richieste estorsive ai cantieri di Lago Patria.​

Giuseppe D’Alterio: partecipe con compiti intimidatori ed estorsivi; indicato anche nell’episodio della Jeep.​

Alfredo Lama: partecipe addetto alla pressione estorsiva sul territorio di Lago Patria.​

Giovanna D’Agostino: ritenuta tramite tra il compagno detenuto Gennaro Trambarulo e gli affiliati liberi, veicolando comunicazioni e denaro e custodendo somme; funzionale al mantenimento del ruolo di reggenza.​

Giuseppe Sacco: partecipe impiegato nell’attività estorsiva in zona Varcaturo–Lago Patria e percettore di stipendio del clan in periodo detentivo.​

Ivan Falcone: indicato tra i concorrenti nel tentativo estorsivo dei 10.000 euro a danno di un congiunto della persona offesa.​

Le indagini sono collocate tra luglio 2023 e luglio 2024, mentre gli episodi estorsivi richiamati risalgono in particolare a novembre e dicembre 2023 nel territorio giuglianese.​

Elenco degli indagati

Carmine Cerqua, 30.11.1970​  CARCERE

Roberto Corona, 13.05.1993​  CARCERE

Giovanna D’Agostino, 26.05.1976​ INDAGATA

Giuseppe D’Alterio, 21.09.1991​ INDAGATO

Ivan Falcone, 08.04.1996​ INDAGATO

Alfredo Lama, 24.08.1961​  CARCERE

Emanuele Piscopo, 05.02.1987​ INDAGATO

Gennaro Ronga, 02.08.1993​ CARCERE

Giuseppe Sacco, 15.05.1943​ ARRESTI DOMICILIARI

Pietro Tortorelli, 12.06.1992​  INDAGATO

Caserta, blitz ambientale: quattro denunciati tra Capodrise e Gricignano d’Aversa

Caserta – Prosegue senza sosta l’attività dei Carabinieri contro gli illeciti ambientali nel territorio casertano. Nelle ultime ore, le Stazioni di Marcianise e Gricignano d’Aversa hanno portato a termine due distinte operazioni che hanno portato alla denuncia di quattro persone e al sequestro di un mezzo carico di rifiuti.

A Capodrise, i militari di Marcianise hanno fermato un 54enne del posto alla guida di un Piaggio Ape Car modificato per il trasporto di materiali di scarto. All’interno del cassone, circa 200 chilogrammi di rifiuti speciali non pericolosi, perlopiù pezzi metallici e componenti di veicoli. L’uomo, sprovvisto di iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali e del formulario di identificazione dei rifiuti, è stato denunciato per gestione non autorizzata. Il veicolo e il carico sono stati posti sotto sequestro penale.

A Gricignano d’Aversa, invece, i Carabinieri, insieme alla Polizia Municipale, hanno deferito tre donne di 41, 39 e 20 anni appartenenti alla comunità itinerante dei “camminanti” di Noto. Secondo gli accertamenti, avrebbero sversato circa 12 metri cubi di rifiuti solidi urbani — pari a 5 tonnellate — su un tratto di terreno lungo una trentina di metri, accanto alla strada dove avevano posizionato le loro roulotte. L’area, ridotta a una discarica a cielo aperto, è stata segnalata all’Ufficio tecnico del Comune di Gricignano d’Aversa, che provvederà alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti. Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità ulteriori.

Ischia, blitz dei Carabinieri: arrestato 52enne che spacciava cocaina in casa

Ischia – Pensava di farla franca gettando la droga nel water, ma i Carabinieri della Compagnia di Ischia sono arrivati un attimo prima. Un 52enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dopo un blitz scattato nella serata di ieri nel suo appartamento, dove aveva allestito una vera e propria base per lo spaccio di cocaina.

I militari, coordinati dal capitano Giuseppe Giangrande, erano sulle sue tracce da giorni. A incastrarlo è stato un cliente che, uscito dalla casa del pusher, è stato fermato e perquisito: nelle sue tasche un grammo di cocaina appena comprato per cento euro. A quel punto i Carabinieri hanno deciso di intervenire.

Quando i militari hanno bussato alla porta, l’uomo ha tentato disperatamente di bloccare l’ingresso e liberarsi delle prove gettando la droga nel water, ma il gesto non è servito a nulla. Durante la perquisizione, i Carabinieri hanno trovato un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e una lattina di birra modificata con un doppio fondo, usata per nascondere la cocaina. Nelle sue mani anche 900 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio, oltre ai cento euro appena ricevuti dal cliente fermato all’esterno.

Il 52enne è stato arrestato e trasferito in carcere, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa di giudizio. L’operazione conferma la costante attenzione dei Carabinieri verso il contrasto allo spaccio di droga sull’isola e l’impegno dell’Arma a garantire la sicurezza della comunità ischitana.

Napoli, scippa il carrello con spesa e pensione ad anziana poi va nel centro scommesse

Napoli - Un gesto che unisce la viltà alla crudeltà. Un uomo di 67 anni, Antonio Ferrigno, già noto alle forze dell'ordine e residente nel rione Sanità, è stato arrestato dai Carabinieri al Vomero per un furto con strappo che ha scosso il quartiere

. La vittima, una pensionata di 83 anni, è stata privata non solo della sua pensione mensile, ma anche della sua dignità, in una mattinata trasformata in incubo.

L'agguato e la fuga surreale

La scena si è consumata poco dopo che l'anziana aveva ritirato i suoi averi all'ufficio postale. Con sé aveva il carrellino della spesa, un supporto comune per chi ha la sua età, contenente la borsa con i soldi appena incassati e qualche acquisto.

Ma Ferrigno la teneva d'occhio. L'aveva puntata, consapevole che quella borsa conteneva il frutto di sacrifici.

L'agguato è scattato in via Paesiello al Vomero nelle vicinanze dello stadio Collana. Il 67enne, in sella al suo scooter, non si è limitato a un rapido strappo. In un atto di violenza e sprezzo del pericolo, ha agguantato l'intero carrellino della spesa.

Lo scooter è partito a tutta velocità, trascinando il carrello sull'asfalto in una fuga rumorosa e surreale, lasciando l'83enne terrorizzata sul marciapiede. Fortunatamente, la donna non è caduta ed è rimasta fisicamente incolume, sebbene profondamente scossa.

I soldi di un mese "bruciati" in poche ore

Immediata la chiamata al 112. Ai Carabinieri della stazione Vomero e del nucleo operativo, l'anziana ha fornito una descrizione precisa, ma è stato un dettaglio a tradire il ladro: quella peculiare fuga trascinando un carrello. I militari hanno visionato le telecamere di sorveglianza della zona, ricostruendo rapidamente il percorso del fuggitivo.

Il 67enne è stato bloccato poche ore dopo in piazza Totò. L'epilogo della vicenda è, se possibile, ancora più amaro e desolante. Addosso, Ferrigno aveva solo una minima parte del bottino.

Il resto? Polverizzato. L'uomo avrebbe ammesso senza troppi giri di parole di aver sperperato quasi tutta la pensione dell'anziana in un centro scommesse.

È qui che la gravità del gesto assume un contorno ancora più odioso: il sostentamento di un mese di una 83enne, una somma faticosamente guadagnata e necessaria per vivere, è stato "bruciato" in poche ore dalla febbre del gioco.

I Carabinieri hanno recuperato il carrello e i documenti della vittima. Per Antonio Ferrigno, che paradossalmente ha quasi l'età per essere lui stesso un pensionato, si sono aperte le porte del carcere, in attesa di giudizio.

Pompei, un soffio d’Egitto nella cucina di uno street food antico: riemerge una situla alessandrina

Pompei – Un vaso egiziano in pasta vitrea, finemente decorato con scene di caccia nilotiche, torna alla luce nel luogo più inatteso: la cucina di una popina, uno street food dell’antica Pompei. La scoperta, avvenuta durante i lavori di restauro e messa in sicurezza del Thermopolium della Regio V, offre un nuovo sguardo sulla vita quotidiana e sulla sorprendente rete di scambi culturali e commerciali che animava la città sepolta dal Vesuvio.

La situla, prodotta ad Alessandria d’Egitto, rappresentava un oggetto di lusso, solitamente esposto nei giardini o negli ambienti più raffinati delle domus pompeiane. Eppure, nel retrobottega di questa modesta attività, era stata riutilizzata come contenitore da cucina, forse per conservare liquidi o spezie. Un gesto che racconta la creatività e il pragmatismo dei ceti medi romani, ma anche la circolazione di stili, simboli e credenze tra Mediterraneo orientale e Campania romana.

«In questo piccolo spazio – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – vediamo una commistione tra sacro e profano: oggetti decorativi e strumenti quotidiani convivono, testimoniando la permeabilità culturale dell’Impero. È affascinante notare come elementi del culto egiziano, e poi cristiano, trovino terreno fertile non tra le élite, ma nei luoghi comuni della città».

Le indagini archeologiche hanno permesso di ricostruire l’intera organizzazione degli ambienti di servizio: al piano terra, un’area di lavoro con piano cottura, mortai, tegami e anfore provenienti da diverse regioni del Mediterraneo; al piano superiore, due piccole stanze, una delle quali decorata in IV stile, con pavimento giallo e arredi ricercati. Questi ambienti, oggi restaurati e protetti da nuove coperture amovibili, saranno valorizzati anche grazie a un moderno impianto di illuminazione che consentirà di ammirare i dettagli pittorici e architettonici con nuova profondità.

L’approfondimento completo, pubblicato sull’e-journal ufficiale degli Scavi di Pompei, racconta come questo piccolo retrobottega possa diventare una chiave preziosa per comprendere la quotidianità, le contaminazioni artistiche e i flussi culturali che attraversavano il cuore dell’Impero Romano.

Napoli, maxi discarica abusiva: 100mila metri cubi di rifiuti edili sepolti sotto falso parcheggio

Napoli – Un’area di diecimila metri quadrati trasformata in una discarica illegale, con oltre centomila metri cubi di rifiuti edili interrati o sparsi sul terreno. È la scoperta shock fatta dai Carabinieri Forestali del Nucleo di Napoli in via Mongolfiera, dove un’operazione di controllo del territorio ha svelato un vero e proprio traffico illecito di materiali da demolizione, mascherato dietro la facciata di un’area adibita a parcheggio.

L’indagine è partita dopo che i militari avevano notato un’insolita movimentazione di autocarri e veicoli intestati a società di noleggio all’interno di un cantiere. I sospetti si sono rivelati fondati: i controlli hanno portato al rinvenimento di due camion, un escavatore e una grande quantità di materiali di scarto accumulati senza alcuna autorizzazione.

Gli accertamenti tecnici hanno smascherato un sistema ben organizzato di smaltimento illegale. I rifiuti, classificati nei documenti come “materie prime secondarie”, erano in realtà materiali speciali contaminati da plastica, cavi elettrici, vetro e ceramica, provenienti da demolizioni edili. Quei detriti venivano utilizzati per pavimentare abusivamente il terreno, in un’operazione che ha portato all’accumulo di circa centomila metri cubi di materiale pericoloso.

A peggiorare il quadro, la scoperta che il terreno era stato affittato dal titolare di una società di noleggio auto con la scusa di trasformarlo in parcheggio. Un’attività che, secondo il Piano Urbanistico Comunale, richiede autorizzazioni specifiche e non può essere svolta nell’ambito dell’edilizia libera. Al termine delle verifiche, i Carabinieri Forestali hanno deferito in concorso tra loro il titolare della ditta esecutrice, il locatore del fondo e i proprietari dell’area per violazioni al Testo Unico Ambientale e al DPR 380/01 sulle opere edilizie.

Santa Maria Capua Vetere, “Un giorno in Pretura” in aula: a processo uomo che aggredì vice preside

Santa Maria Capua Vetere – Le telecamere di Un giorno in Pretura, con la giornalista Antonella Nafra, sono tornate oggi nel Tribunale della città del Foro per riprendere un’udienza che ha attirato l’attenzione pubblica: quella del processo ad Amedeo Di Maro, 50 anni, residente a Santa Maria Capua Vetere, accusato di aver aggredito il professor Giuseppe Morelli, vice preside dell’Istituto Gallozzi.

Il pubblico ministero Armando Bosso ha sostenuto l’accusa, ricostruendo i fatti avvenuti circa due anni fa, quando l’imputato, in preda all’ira, fece irruzione nell’istituto durante una protesta di genitori e colpì con violenza Morelli, procurandogli lesioni gravi guaribili in 80 giorni. L’aggressione, secondo le indagini, sarebbe nata da un clamoroso scambio di persona: Di Maro avrebbe confuso il vice preside con un altro docente che, a detta di alcuni studenti, avrebbe “infastidito” la figlia dell’uomo.

Nel corso dell’udienza, Di Maro ha reso dichiarazioni spontanee, minimizzando i fatti: “Gli ho solo dato uno schiaffo e poi mi sono scusato”, ha detto. Una versione che contrasta nettamente con quella dei testimoni, tra cui il professor Antonio Letizia, presente al momento dell’aggressione, che ha raccontato di aver visto Di Maro colpire Morelli con un pugno al volto e di essere stato a sua volta strattonato.

L’accusa contesta all’imputato le aggravanti legate alla qualifica di pubblico ufficiale della vittima, in quanto docente di ruolo e vice preside. A far scattare le indagini fu la denuncia presentata dal professor Morelli al Commissariato di Polizia, assistito dagli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo, che ora rappresentano anche la parte civile nel processo.

La prossima udienza, fissata per il 20 novembre davanti al giudice Alessandra Vona, sarà dedicata alla discussione finale e alla sentenza. Anche in quell’occasione, Rai 3 sarà in aula per documentare l’esito del procedimento, destinato a essere trasmesso nella storica trasmissione di cronaca giudiziaria.

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