Jabil, l’azienda chiede proroga cassa integrazione al Ministero

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Va avanti la trattativa “istituzionale” tra parti sociali e Regione – sono coinvolti anche il Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro – per scongiurare i 190 licenziamenti decisi il 23 settembre scorso per il sito produttivo di Marcianise  dalla multinazionale Usa Jabil, anche se per ora non ci sono stati risultati di rilevanti.

Mercoledì 30 novembre, nel corso dell’incontro online tra azienda, sindacati e Regione, la Jabil ha annunciato di aver chiesto un incontro al Ministero del Lavoro per ottenere la proroga della cassa integrazione, in scadenza l’11 dicembre, fino al 31 gennaio 2023; un modo per allungare i tempi della procedura di licenziamento e poter trovare soluzioni alternative.

Il Ministero non ha però ancora convocato le parti. La Regione, con l’assessore Antonio Marchiello, aveva invece chiesto la proroga della cig fino al 28 febbraio prossimo, ma la proposta per ora non è passata. Si attende dunque la convocazione ministeriale e la proroga della cig, passo fondamentale senza il quale, dall’11 dicembre, l’azienda avrebbe mano libera nell’iniziare ad inviare le lettere di licenziamento.

    Questa fase “istituzionale” della procedura di licenziamento segue quella “sindacale”, svoltasi, come prevedono le norme, solo tra Jabil e sindacati, che non ha portato ad alcuna soluzione.

    La procedura di licenziamento collettivo messa in moto a settembre è solo l’ultimo atto di una vertenza iniziata nel giugno 2019 quando la Jabil, che allora aveva 700 dipendenti a Marcianise, annunciò 350 esuberi; da allora 260 addetti hanno lasciato la multinazionale Usa.

    Intanto nel mezzo di una dura vertenza che si trascina da anni, con la prospettiva di un altro Natale di ansia e attesa, i lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise”tornano” bambini e scrivono una letterina “natalizia” a “Mamma Jabil”.

    Quella “mamma” che appena il 23 settembre scorso ha annunciato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 190 dei 440 dipendenti dell’unico sito in Italia della multinazionale Usa, con l’obiettivo di arrivare nel 2023 ad un organico di 250 addetti.

    La lettera è stata scritta dopo che la Jabil, secondo quanto sostengono gli stessi lavoratori, avrebbe “distribuito ai manager premi individuali in danaro”, cosa giudicata “inopportuna” dai lavoratori, che hanno tenuto un’assemblea da cui è uscita la missiva dal tono anche un po’ provocatorio, in cui si chiede all’azienda di corrispondere ai dipendenti, proprio in virtù dei premi ai manager, l’intera tredicesima, e non solo la parte decurtata dai giorni in cui i lavoratori sono in cassa integrazione.

    “Cara Mamma Jabil – si legge – siamo molto contenti che, anche quest’anno, tu abbia deciso di premiare i tanti folletti che si ‘sacrificano’ nell’aiutarti a portare avanti questa azienda. Ebbene, volevamo ricordarti che, oltre i folletti della tua corte, esistono tanti altri bimbi buoni (la maggioranza dei lavoratori) che contribuiscono a render grande il nome di Jabil in Italia e nel mondo con il loro lavoro quotidiano.

    Mentre allestiamo il nostro presepe ed il nostro alberello, restiamo in attesa di un dono che sarebbe molto gradito, visto il momento di difficolta’ che le nostre famiglie attraversano, anche soltanto per accendere la luce ed illuminare il focolare nel freddo inverno.

    Cara Mamma Jabil, sei sempre stata magnanima e quindi converrai che, erogare un tredicesima intera a tutti i lavoratori che continuano comunque a credere in Te, sarebbe un gesto molto gradito, oltreche’ necessario a rendere unita la famiglia. Pertanto, affidiamo questa nostra preghiera alle nostre amiche renne che, sfidando neve e bufere, te la recapiteranno”.



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