Continua senza sosta il Consiglio dell’UE. Possibile intesa prima della riapertura dei mercati finanziari

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Continua senza sosta il Consiglio dell’UE. Possibile intesa prima della riapertura dei mercati finanziari.

 

Non si è ancora conclusa la riunione del Consiglio dell’Unione europea, iniziata venerdì mattina a Bruxelles e proseguita senza sosta per tre giorni e tre notti, con lo scopo di trovare un accordo su due urgenti questioni: il Recovery Fund, necessario per reagire alla crisi socio-sanitaria, e il bilancio 2021-2027, ovvero il documento che definirà le modalità di redistribuzione delle risorse economiche dall’Unione ai singoli paesi, attraverso lo strumento dei fondi strutturali.

In questi giorni, spesso si sente parlare di Paesi frugali, termine utilizzato per indicare Austria, Danimarca, Paesi bassi e Svezia ed utilizzato da questi ultimi in una lettera indirizzata lo scorso febbraio al Financial Times, con lo scopo di evidenziare la loro parsimonia nell’utilizzo delle risorse e l’intenzione di adottare una forte riduzione delle spese di Bruxelles attraverso un maggior controllo sui paesi mediterranei.
Tra questi l’Olanda, in particolare, ha duramente contrastato le proposte sul tavolo e generato un forte rallentamento dei lavori del Consiglio, basando le proprie richieste su due punti: il taglio della quota di sussidi a fondo perduto per i paesi maggiormente colpiti dall’emergenza, riducendo le risorse da 500 miliardi di euro a 350; la possibilità di apporre il veto sull’approvazione dei piani nazionali di riforma che ogni stato dovrà presentare per accedere ai fondi. Tali paesi del nord, inoltre, hanno richiesto di sottrarre alla Commissione Europea la competenza del controllo sull’utilizzo del Recovery Fund, proponendo che sia assegnata al Consiglio dell’Unione Europea.

    Fin dall’inizio del vertice, ad irrigidire le posizioni di Italia, Spagna, Francia e Germania, è stata la richiesta da parte dell’Olanda di attuare un vero e proprio controllo sulle politiche di riforma dei singoli paesi che ricorrerebbero agli aiuti economici. Per favorire i negoziati, il Presidente del Consiglio dell’UE Michel, durante i primi confronti, ha suggerito al premier olandese Rutte l’utilizzo del “freno d’emergenza”, un meccanismo che permetterebbe ai singoli stati di richiedere l’intervento del Consiglio al fine di bloccare l’erogazione dei fondi ai paesi che non stiano attuando in modo efficace le riforme prefissate per stimolare l’economia. Questo meccanismo è stato successivamente ritenuto non idoneo, in quanto potrebbe trasformarsi in un veto ai danni dei paesi che necessitano maggiormente di risorse.

    In un’intervista rilasciata dal Presidente Conte da poco più di un’ora, sembra che la notte appena trascorsa abbia portato consiglio e che si possa essere “cautamente ottimisti”. Il Premier ha inoltre ribadito l’intenzione di non permettere che “un singolo paese (come l’Olanda) possa avere il monopolio o la possibilità di adottare un sistema di controllo o di verifica. Questo spetta agli organi comunitari”. Al riguardo, Italia e Spagna, i due principali beneficiari dei sussidi, hanno da subito considerato “inaccettabile” la possibile intrusione dell’Olanda sulle politiche di riforma dei Paesi dell’Unione.
    La corsa contro il tempo in vista della riapertura dei mercati finanziari sembra, dunque, stia portando ad un punto d’incontro ora non più improbabile.

    Marco Barbato



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