San Gennaro Vesuviano, la madre di Ginevra: ‘Ho sposato un mostro, è il diavolo’

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San Gennaro Vesuviano. “Sono sempre i sogni a dare forza al mondo”, aveva scritto sul suo profilo facebook la dottoressa Agnese D’Avino madre della piccola Ginevra di soli 16 mesi uccisa dal marito dal quale aveva deciso di separarsi. La donna aveva postato anche la foto di lei e “Savio” Narciso  sorridenti e in abiti da sposi  E ieri invece urlando dal balcone dei suoi genitori in via Cozzolino a san Gennaro Vesuviano dove si è consumata la tragedia ha detto:  “È un animale. Anzi no, gli animali hanno più dignità. Ho sposato un mostro, è il diavolo”. I due vivevano a Caserta, lei medico e lui dipendente di uno studio legale. Aveva raccontato alla moglie di lavorare come avvocato e invece non era vero. E per questo che erano cominciate le lite dopo la scoperta delle continue bugie dell’uomo sul suo lavoro. Avevano deciso di separarsi. Erano a casa dei genitori di lei ieri mattina dove erano arrivati la sera precedente prima di partire per le vacanze ad Agropoli. Una prima discussione vivace tra i due la sera precedente alla tragedia. Poi la notte e la calma apparente. In mattinata la tragedia e la follia dell’uomo: la bambina, come raccontano i parenti, mentre faceva colazione aveva fatto cadere del latte sulla tovaglia. Il papa, allora, aveva preso la tovaglia chiedendo alla moglie di andare a metterla in lavatrice. Era il pretesto per prendere in braccio Ginevra, salire al piano di sopra, aprire la finestra che dalle scale da sul terrazzo e lanciarla nel vuoto e poi lanciarsi poco dopo anche lui. L’uomo, in gravi condizioni ma cosciente, viene portato all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove nel tardo pomeriggio e’ stato sottoposto ad un intervento alla colonna vertebrale per le lesioni riportate nell’impatto. In via Cozzolino, invece, resta la disperazione dei familiari e dei vicini, ed il corpicino della piccola sul suolo, coperto da un lenzuolo, in attesa del pm di turno. Incredulità, mormorii sommessi, e poi l’arrivo del nonno materno, che non riesce a credere all’accaduto. L’uomo urla, si dispera, chiede di poter vedere il corpicino di Ginevra, della sua nipotina, un’ultima volta. Tra le urla disperate e le lacrime, l’uomo si rammarica di aver lasciato la famiglia in casa, sola, per non assistere ad un litigio tra la figlia ed il genero. ”Forse se fossi stato in casa avrei capito, lo avrei fermato” dice. Sul posto arriva anche il pm della Procura di Nola per avviare le indagini sulle quali al momento c’è il massimo riserbo. I carabinieri, infatti, stanno ascoltando familiari e vicini nella speranza di riuscire a ricostruire l’accaduto e le ragioni che hanno spinto il 35enne. Salvatore Narciso, invece, non ha proferito parola. Dal suo arrivo in ospedale è rimasto in silenzio, in attesa degli esami che l’hanno portato fino all’intervento chirurgico. Ma non è in pericolo di vita. E’ rimasto cosciente tutto il tempo, senza parlare, senza fornire agli investigatori alcuna ragione sul gesto che ha spezzato la vita della piccola Ginevra, lasciando nella disperazione tutti. A San Gennaro Vesuviano nessuno immaginava che oggi avrebbero pianto una bimba di 16 mesi. ”Almeno spiegasse perché – hanno affermato alcuni anziani – ma cosa gli é passato per la testa. Se proprio voleva, si uccideva da solo, quale peccato ha fatto una piccina di un anno?”.


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