Concorsi truccati, anche un maresciallo di Castellammare indagato nell’inchiesta. LE INTERCETTAZIONI

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Molti sapevano, pur non essendo gli autori materiali, di questo algoritmo capace di far superare brillantemente le prove durante i concorsi per l’ingresso nelle forze armate. I dettagli emergono nell’ordinanza firmata dal giudice Linda Comella. E’ il caso del maresciallo dell’esercito di Castellammare di Stabia, Efisio Fiorenza che aveva mediato per la cessione della formula ad un 26enne di Capua, in provincia di Caserta, impegnato in un concorso per agente di polizia penitenziaria il 12 aprile 2016 ottenendo il punteggio di 48,91 per cultura generale e 7,500 per inglese insieme ad un altro giovane, A cedere il materiale fu – secondo gli investigatori – proprio il maresciallo Fiorenza. Il 26enne di Capua ed un altro giovane aspirante agente di polizia penitenziaria raccontano a Fiorenza di aver trascorso la notte precedente al concorso “a casa di un generale” ad esercitarsi con un sistema simile alla formula utilizzata per il concorso VFP4. Il generale avrebbe rassicurato dicendo “non ti preoccupare, è sicura”. Ed infatti così è stato. Dalle intercettazioni telefoniche non è emersa la consegna di danaro quale corrispettivo della cessione della formula. Si è trattato di un piacere fatto da Rocco D’Amelia al maresciallo senza percepire danaro così come si evince dalle intercettazioni telefoniche in cui si intuisce che Rocco D’Amelia ha fatto una cortesia senza percepire danaro parlando di “foraggio”. D’Amelia, parlando con il maresciallo Fiorenza, chiede se il ragazzo che ha beneficiato della formula grazie non al denaro ma “foraggiata” abbia stupito l’aspirante agente penitenziario. Racconta a D’Amelia che la madre del ragazzo è rimasta contenta “Lei è rimasta contentissima” poi le ha anche detto che “ho fatto un piacere giusto perché siete voi… perché è una compagna di mia sorella”. Fiorenza aveva avuto rapporti diretti con la madre del giovane alla quale aveva proposto l’acquisto dell’algoritmo da Rocco D’Amelia. “Vieni qua ti devo parlare. Gli spiegai tutto. Quella non ci poteva credere. Poi, giustamente, non ci riusciva a credere, a capire bene cioè…poi alla fine gli feci cedere, gli feci vedere, gli spiegai come poteva…come funzionava sta…sta regola”. Poi la discussione sul compenso, in virtù della “raccomandazione” del maresciallo Fiorenza. Il militare aveva rassicurato D’Amelia dicendo “guarda, questo è un amico per cui mi ha chiesto…è un foraggio che dovresti dare”. Prima ha detto: “ Vedi come va e poi vieni qua ci prendiamo un caffè e ci facciamo un regalo”. Il contenuto del loro dialogo – secondo la Procura – è inequivocabile, essendo esplicito il riferimento all’algoritmo ideato per il superamento della prova concorsuale.

 Emilio D’Averio

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