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Supercoppa, Conte avverte il Napoli: "La finale dà energia, ma la storia ricorda solo chi vince"

Alla vigilia della sfida di Riad contro il Bologna, il tecnico azzurro richiama fame, concentrazione e memoria del percorso: dal decimo posto allo scudetto, tra rivoluzione tecnica, infortuni e nuove soluzioni tattiche.
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La finale di Supercoppa italiana è un banco di prova cruciale per il Napoli, dove Antonio Conte avverte che l'unico ricordo che conta è quello del trofeo alzato, sottolineando l'importanza di affrontare il Bologna con la giusta fame e determinazione, per trasformare una stagione complessa in un.

Riad – Energia, fiducia ed entusiasmo, ma anche la consapevolezza che nel calcio conta solo alzare il trofeo. Antonio Conte presenta così la finale di Supercoppa italiana che vedrà il suo Napoli opposto al Bologna, tracciando una linea netta tra il valore del percorso e l’implacabile giudizio del risultato.

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«È bello arrivare in finale – sottolinea il tecnico – ma poi ci si ricorda solo di chi ha vinto».
Il messaggio è chiaro anche sul piano motivazionale: nessun alibi, nessuna distrazione. «Se domani il Bologna avesse più fame di noi, sarebbe una nostra colpa», avverte Conte, riconoscendo però i meriti degli avversari.

I rossoblù, infatti, hanno già dimostrato solidità e qualità nel confronto diretto in campionato, imponendosi nella ripresa. Una sconfitta che per il Napoli ha rappresentato un punto di svolta: analisi lucida, correzioni tattiche e una reazione concreta, tradotta in una striscia di cinque vittorie consecutive prima di un nuovo passaggio a vuoto e della ripartenza vincente in semifinale contro il Milan.

Il lavoro di preparazione, spiega Conte, passa dallo studio meticoloso dell’avversario. «Diamo molte informazioni ai giocatori, in fase difensiva e offensiva. Rivedere la partita già giocata serve a capire cosa migliorare». Un approccio condiviso anche dal Bologna di Vincenzo Italiano, allenatore stimato apertamente dal tecnico azzurro: «Ha fatto gavetta, come me. Ovunque è andato ha fatto bene. Ha passione e merita applausi».

Nel suo intervento, Conte allarga poi lo sguardo sulla stagione del Napoli, definita sin dall’inizio «la più complessa» della sua carriera recente. Nove nuovi innesti, un calendario più intenso rispetto all’anno dello scudetto e una serie di infortuni gravi, con assenze prolungate tra i tre e i sei mesi, hanno complicato il cammino

. «Non è che trapianti i giocatori e tutto funziona subito», ribadisce, rivendicando però la solidità del percorso: posizione di classifica in linea con gli obiettivi, finale del primo trofeo stagionale e possibilità ancora aperte nelle altre competizioni.

C’è infine un richiamo alla memoria collettiva, che Conte ritiene troppo corta. «Non dobbiamo dimenticare da dove arriviamo: da uno scudetto straordinario dopo un decimo posto. È qualcosa che non viene sottolineato abbastanza».

Parole che suonano come una richiesta di equilibrio nel giudizio e, al tempo stesso, come l’ennesima spinta verso una finale che per il Napoli non è solo una partita, ma una verifica di maturità. Perché, come ricorda lo stesso Conte, la finale accende gli stimoli, ma solo la vittoria resta.

@RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte REDAZIONE

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