Scafati - Colpo di scena giudiziario con ripercussioni negli ambienti della criminalità organizzata scafatese. La Corte d’Appello di Salerno ha pronunciato una clamorosa sentenza di assoluzione nei confronti di Pasquale Panariello, 31 anni di Gragnano, precedentemente condannato in primo grado a una pena severissima.
La decisione ribalta completamente la condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione che era stata inflitta dal GIP del Tribunale di Nocera Inferiore.
Panariello era finito sotto i riflettori dell'inchiesta condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA), che lo identificava come figura chiave – la "punta di diamante" – di un gruppo criminale operativo nel territorio di Scafati, legato al clan Matrone-Buonocore. Secondo le tesi iniziali, l'imputato avrebbe gestito in prima persona il meccanismo del cosiddetto "cavallo di ritorno": l'estorsione ai danni delle vittime di furto d'auto, costrette a pagare un riscatto per rientrare in possesso del proprio veicolo rubato.
L'accusa si era focalizzata su due episodi avvenuti nell'estate del 2021, supportata, a suo dire, da un corposo impianto probatorio basato su intercettazioni telefoniche, l'uso di software "trojan" e riprese di videosorveglianza.
Questi elementi avrebbero dovuto dipingere Panariello come il regista delle estorsioni, colui che, grazie alla sua presunta posizione apicale e alle vaste conoscenze negli ambienti malavitosi, era in grado di orchestrare il recupero dei veicoli dietro esplicito pagamento.
In sede d’Appello, tuttavia, questo castello accusatorio ha mostrato delle crepe fatali, fino a crollare completamente. A smontare il "teorema" della Procura è stato l’abile lavoro della difesa, guidata dall’avvocato Gennaro De Gennaro.
Il legale è riuscito a convincere la Corte dell’insufficienza e inconsistenza degli elementi probatori raccolti a carico del suo assistito. I giudici di secondo grado hanno ritenuto la ricostruzione accusatoria non più sostenibile, disponendo di conseguenza l'assoluzione piena per l’imputato.
Per Panariello, indicato dagli inquirenti come appartenente alla famiglia dei “fuochisti” della zona Vetrai – e fratello del defunto Marcello Panariello, figura storica della malavita scafatese – si chiude così, dopo oltre due anni, un complesso e pesante capitolo giudiziario.
Fonte REDAZIONE






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