

Napoli, si fa arrestare dai carabinieri per non restare a casa con la moglie
Napoli, nella notte il crollo di un uomo:la crisi coniugale e il gesto inatteso. Un matrimonio in frantumi, la mente offuscata dalla rabbia e dalla gelosia, e un pensiero ricorrente: andarsene da quella casa a qualsiasi costo.
È il quadro che emerge dalla vicenda che ieri sera ha avuto come protagonista un 46enne del Rione Traiano, già noto alle forze dell’ordine, travolto – a suo dire – dai continui tradimenti della moglie.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo sarebbe uscito di casa dopo l’ennesimo litigio, in uno stato emotivo alterato e incapace di gestire l'ondata di pensieri di vendetta che lo tormentavano. La decisione più assurda e insieme più lucida, nella sua logica disperata, l’ha presa pochi minuti dopo.
Alle 22.15 il 46enne si è presentato alla stazione dei Carabinieri del Rione Traiano. Ha bussato alla porta e, rivolgendosi al militare di servizio, ha detto: «Brigadié, altrimenti passo un guaio!». Era evidente il suo stato di confusione: voce tremante, sudorazione abbondante, colorito pallido, un fiume di parole.
Mentre raccontava di aver scoperto i tradimenti della moglie, l’uomo ha estratto dalla tasca un involucro. Dentro, poco meno di 50 grammi di cocaina. Il carabiniere, incredulo, ha effettuato immediatamente un narcotest: esito positivo.
Nella borsa a tracolla, ulteriori 5 grammi della stessa sostanza e 260 euro in contanti, suddivisi in banconote di vario taglio. A quel punto il 46enne ha confessato tutto: la droga era destinata allo spaccio e il denaro era il ricavato delle ultime cessioni.
Nella sua esposizione confusa, l’uomo ha ribadito più volte di non voler tornare a casa, di non voler vedere più la moglie. Tanto da chiedere esplicitamente l’arresto, spiegando di preferire il carcere piuttosto che affrontare un’altra notte sotto lo stesso tetto.
Per i Carabinieri non c’è stata alternativa: il 46enne è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. È stato trattenuto in camera di sicurezza in attesa di giudizio. Non sono stati concessi gli arresti domiciliari, proprio in considerazione del contesto personale e del rischio di nuove tensioni familiari.
La vicenda, dai contorni tanto drammatici quanto surreali, mette ancora una volta in luce come situazioni di fragilità emotiva possano intrecciarsi con attività illecite, producendo esiti imprevedibili e, in questo caso, paradossalmente auto-incriminanti.