

Nella foto Tommaso Severino, Aniello Scarpati e Ciro Cozzolino
Torre del Greco - Il carcere resta l'unica misura possibile per Tommaso Severino, il 28enne imprenditore di Ercolano che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre ha travolto con il suo Suv una volante della Polizia sulla litoranea di Torre del Greco, uccidendo l'agente Aniello Scarpati e ferendo gravemente il collega Ciro Cozzolino.
Nella giornata di oggi, il Tribunale di Napoli - Sezione Riesame - ha confermato l'impianto accusatorio e la custodia cautelare in carcere nei confronti del giovane, arrestato per omicidio stradale aggravato e omissione di soccorso.
Una decisione che arriva mentre la città piange ancora la morte di Scarpati, i cui funerali si sono celebrati proprio mentre emergevano nuovi agghiaccianti dettagli sulla tragica notte.
Assistito dall'avvocato Domenico Dello Iacono, Severino si era presentato davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata per l'udienza di convalida. "Sono disperato e costernato per quanto accaduto", avrebbe dichiarato al magistrato, ammettendo di essersi messo alla guida nonostante l'assunzione di alcol e riconoscendo il proprio stato di alterazione.
Parole che non sono bastate ne a convincere il gip il mese socrso, che aveva accolto la richiesta della Procura di Torre Annunziata rigettando la proposta della difesa di applicare gli arresti domiciliari. E tantomeno hanno convinto i giudici del Riesame.
Severino guidava sotto l'effetto combinato di alcol e cocaina. Le analisi tossicologiche hanno confermato la presenza di cocaina nel sangue e un tasso alcolemico ben oltre i limiti consentiti.
Il quadro che era emerso dalle indagini è di un comportamento "caratterizzato da un livello di colpa elevatissima". Severino viaggiava "a velocità elevatissima nonostante alcuni passeggeri, tra cui tre ragazze minorenni, lo avessero più volte invitato a rallentare". Un dettaglio che rende ancora più drammatica la ricostruzione di quella notte maledetta.
Ma è quanto accaduto dopo lo schianto a lasciare senza parole. Invece di soccorrere gli agenti feriti e i suoi stessi passeggeri, il 28enne avrebbe acceso una sigaretta sul luogo dell'incidente per poi allontanarsi, senza prestare aiuto a nessuno. Una condotta che il gip ha definito di "quasi flagranza", ritenendo l'arresto "obbligatorio e giustificato dalla gravità dei fatti e dalla personalità dell'indagato".