AGGIORNAMENTO : 15 Dicembre 2025 - 20:03
9 C
Napoli
AGGIORNAMENTO : 15 Dicembre 2025 - 20:03
9 C
Napoli

Morte nella fabbrica dei botti, il padre di Samuel: "Non lavorate in nero, non rischiate la vita"

Il padre di Samuel, 18enne vittima di un'esplosione, protesta davanti al Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, lanciando un appello…
Ascolta questo articolo ora...
Caricamento in corso...

Il dolore si mescola alla rabbia davanti al Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, dove il padre di Samuel, il ragazzo di 18 anni morto nell’esplosione della fabbrica di botti, ha trasformato la sua protesta in un appello pubblico. Kadri Tafciu non accetta la pena inflitta agli imputati per una tragedia che ha strappato la vita a tre giovani, Samuel e le gemelle Sara e Aurora, e che continua a pesare come una ferita aperta sulle famiglie.

«Non lavorate in nero, non rischiate la vita», ha detto con la voce spezzata, rivolgendosi soprattutto ai ragazzi. Parole che nascono da una consapevolezza arrivata troppo tardi: Samuel aveva accettato quel lavoro da pochi giorni, per 50 euro al giorno, una scelta fatta per mantenere la figlia di appena sei mesi. «L’ho saputo solo dopo la tragedia – racconta il padre – se lo avessi saputo prima non glielo avrei mai permesso».

All’esterno del tribunale i familiari hanno esposto striscioni che raccontano più di qualsiasi sentenza la loro verità: tre giovani chiusi a chiave in una polveriera, senza via di scampo, senza possibilità di salvarsi. Una morte che, secondo Kadri, viene aggravata da una condanna che ritiene troppo lieve. «Dopo dieci anni loro usciranno – ha aggiunto – mio figlio invece resta sotto terra. Questa non è giustizia».

La protesta non si fermerà qui, promette il padre di Samuel, deciso ad andare fino in fondo per ottenere quello che considera un riconoscimento della gravità di quanto accaduto. La sua battaglia, però, va oltre il processo: è un monito contro il lavoro nero, contro la precarietà che costringe i più giovani ad accettare qualsiasi rischio. Un grido che chiede ascolto, perché nessun altro genitore debba trovarsi a piangere un figlio morto per lavorare.

@RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte REDAZIONE

Commenti (1)

Il dolore della famiglia di Samuel è un cosa che non si po’ ignorare. E triste sapere che i giovani devono lavorare in queste condizioni per pochi euro. La giustizia dovrebbere essere più severa con chi ha responsabilità in queste tragedie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Le notizie di Oggi

Nessun articolo pubblicato oggi.

Primo piano

PODCAST
Ultimi episodi
Piccioni “biodroni” controllati da un chip: in Russia i primi test, ma mancano verifiche indipendenti
Piccioni “biodroni” controllati da un chip: in Russia i primi test, ma mancano verifiche indipendenti
👉 Leggi l'articolo
0:00 0:00
Vol
Ad is loading…
Ad is loading…