

Conte contro Spalletti
A Napoli la partita contro la Juventus è solo una parte del racconto. Al Maradona andrà in scena la prima sfida tra Antonio Conte e Luciano Spalletti, due tecnici che hanno segnato la storia recente della città in modo diverso e che ora tornano uno davanti all’altro in un contesto carico di attese, emozioni e contraddizioni. Il ritorno del tecnico toscano, che in due anni ha trasformato la squadra restituendole identità, gioco e un legame profondo con la gente, è vissuto con un misto di affetto e rabbia. Molti ricordano ancora il suo impegno fuori dal campo, l’aiuto ai bambini in difficoltà, la capacità di costruire un rapporto quasi familiare con il pubblico, fino a tatuarsi sul braccio lo scudetto conquistato dopo 33 anni. Ma quel patrimonio emotivo si è incrinato il 30 ottobre, quando Spalletti ha firmato per la Juventus. Una decisione che una parte del tifo ha percepito come una frattura insanabile, quasi un tradimento.
Nel frattempo la città ha abbracciato Conte, protagonista del nuovo scudetto e capace di modellare il gruppo sin dal primo giorno, ribaltando il percorso del suo predecessore: dove Spalletti aveva seminato nel primo anno per poi dominare nel secondo, Conte ha imposto il suo ritmo subito, vincendo il titolo al termine di una corsa risolta all’ultima giornata contro l’Inter. Il destino aggiunge un ulteriore intreccio, riportando al Maradona un tecnico che ha costruito una parte enorme della sua carriera proprio alla Juventus, tra trofei, stagioni vincenti e un legame professionale profondo.
Domenica le emozioni si mescoleranno: una parte dello stadio sembra pronta a fischiare Spalletti, mentre altri tifosi non vogliono rinnegare chi ha riportato il tricolore in città dopo oltre tre decenni. Nel mezzo c’è la squadra che Conte prepara con la consueta intensità, forte del primo posto condiviso con il Milan e di quattro vittorie consecutive tra campionato e coppe. L’allenatore lavora a una soluzione per sostituire l’infortunato Lobotka e il candidato principale è Elmas, favorito nel ballottaggio con Vergara.