Giugliano – Nonostante l’alt imposto dallo Stato per il rischio di infiltrazioni mafiose, gli affari continuavano come se nulla fosse. È una storia di sfida alle istituzioni quella scoperta a Giugliano in Campania, dove un’azienda edile ha proseguito la sua attività di vendita all’ingrosso in aperta violazione di un’interdittiva antimafia.
A mettere fine alla condotta illecita sono stati i Carabinieri del Nucleo Informativo del Gruppo di Castello di Cisterna, al termine di una complessa e mirata attività info-investigativa.
Il profilo dell'indagata e l'ombra del clan
Al centro della vicenda c’è una donna di 46 anni, imprenditrice locale già nota alle forze dell'ordine. Secondo gli accertamenti investigativi, la donna sarebbe ritenuta vicina agli ambienti del clan Mallardo, la potente cosca egemone nell'area a nord di Napoli e confederata nell'Alleanza di Secondigliano. Proprio questi legami e il contesto in cui operava l'impresa avevano fatto scattare i campanelli d'allarme delle autorità, portando all'emissione dei provvedimenti interdittivi.
La sfida ai divieti: attività "fantasma"
Dalle indagini è emerso un quadro di totale insofferenza alle regole. Sull'imprenditrice e sulla sua società pendevano due macigni amministrativi: un’informativa antimafia interdittiva emessa dalla Prefettura di Napoli e la conseguente sospensione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) decretata dal SUAP del Comune di Giugliano.
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Sulla carta, l'azienda avrebbe dovuto essere ferma. Nella realtà, il commercio di materiale edile proseguiva a pieno regime, con tanto di cartellonistica pubblicitaria esposta abusivamente, come se i provvedimenti non fossero mai stati notificati.
Il blitz e le sanzioni
L'intervento dei militari dell'Arma ha messo i sigilli all'operazione. L'imprenditrice è stata denunciata a piede libero per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità e per l'esercizio di un'attività commerciale sospesa.
I Carabinierihanno proceduto all’immediata chiusura dell’azienda e hanno intimato la rimozione di tutte le insegne pubblicitarie non autorizzate, ripristinando la legalità in un settore, quello dell'edilizia, storicamente sensibile agli appetiti della criminalità organizzata.






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