

I vertici del clan Amato-Pagano
La nuova cupola del clan Amato-Pagano, erede diretta della galassia degli Scissionisti, viaggia spedita verso una delle più pesanti stangate giudiziarie degli ultimi anni.
Dopo la raffica di collaborazioni e confessioni messe a verbale nelle scorse settimane, ieri mattina nell’aula di tribunale è stato il turno della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha chiuso la propria requisitoria chiedendo condanne durissime.
Il procedimento è l’esito di una lunga e articolata inchiesta antimafia, culminata in un maxi blitz che ha decapitato i nuovi vertici del sodalizio dopo l’arresto dei capi storici.
Un’indagine che ha ricostruito, con intercettazioni, pedinamenti e dichiarazioni dei pentiti, la riorganizzazione del clan sotto la regia delle sorelle Debora e Monica Amato, indicate dagli inquirenti come il fulcro decisionale della nuova struttura criminale.
Il blitz scattò all’alba, con decine di arresti tra Secondigliano, Melito, Mugnano e Arzano, roccaforti storiche della cosca. Le accuse spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di stupefacenti, passando per estorsioni, intestazioni fittizie, controllo delle aste giudiziarie e una sistematica aggressione ai bonus fiscali.
Un sistema criminale descritto come capillare e moderno, capace persino di “formare” i minorenni affiliati: cosa dire, quando tacere, come reggere un interrogatorio. Una vera e propria università del crimine.
Ieri la Procura ha chiesto complessivamente 46 condanne, per un totale che sfiora i 550 anni di carcere. La richiesta più pesante riguarda Debora Amato, ritenuta il ras della holding criminale, per la quale il pubblico ministero ha invocato oltre quindici anni di reclusione. Pene elevate anche per gli altri presunti reggenti e per la rete di sodali che avrebbe garantito la continuità operativa del clan.
Ora la parola passa al collegio difensivo, chiamato a smontare un impianto accusatorio definito dagli inquirenti “granitico”. Al termine delle arringhe sarà il gip Villano a pronunciarsi con la sentenza.
Luciano De Luca – 15 anni e 6 mesi
Debora Amato – 15 anni e 4 mesi
Luigi Tutino – 15 anni e 4 mesi
Enrico Bocchetti – 14 anni e 8 mesi
Carlo Calzone – 14 anni e 2 mesi
Luigi Diano – 13 anni e 10 mesi
Salvatore Silvestri – 13 anni e 8 mesi
Alfonso Riccio – 13 anni e 6 mesi
Gennaro Liguori – 13 anni e 4 mesi
Antonio Pandolfi – 13 anni e 4 mesi
Concetta Sanguinetti – 13 anni
Maurizio Grandelli – 13 anni
Vincenzo Mangiapili – 13 anni
Cosimo Marino – 13 anni
Raffaele Capasso – 13 anni e 2 mesi
Alessandro De Cicco – 13 anni e 2 mesi
Carlo Troncone – 13 anni e 2 mesi
Francesco Della Gaggia – 12 anni e 6 mesi
Silvio Padrevita – 12 anni e 6 mesi
Arturo Vastarelli – 12 anni e 6 mesi
Domenico Romano – 12 anni e 8 mesi
Emanuele Cicalese – 12 anni
Gennaro Diano – 12 anni
Rosario Iacomino – 12 anni
Francesco Rinaldi – 12 anni e 2 mesi
Raffaele Tutino – 12 anni e 2 mesi
Pasquale Furiano – 12 anni e 4 mesi
Ilaria Jevremovic – 12 anni e 4 mesi
Antonio Marrone – 12 anni e 4 mesi
Gaetano Pezzella – 12 anni e 4 mesi
Salvatore Sarnataro – 12 anni e 4 mesi
Carmine Raffaele Caso – 11 anni e 6 mesi
Gennaro Gallucci – 11 anni e 6 mesi
Vincenzo Imparato – 11 anni
Cristofaro Pragliola – 10 anni
Stefano Orta – 9 anni e 8 mesi
Assunta Rastrelli – 9 anni
Raffaele Barbieri – 8 anni e 10 mesi
Giuseppe Aruta – 8 anni e 8 mesi
Francesco Petito – 8 anni e 8 mesi
Emanuele Giuseppe Nappi – 8 anni
Nicola Tarantino – 7 anni e 10 mesi
Angelo Pagano – 5 anni e 8 mesi
Vincenzo Vallifuoco – 5 anni e 8 mesi
Monica Amato – 4 anni e 4 mesi
Mariarosaria Verde – 3 anni
Da sinistra parte dei vertici del clan Amato Pagano. ovvero il capo Deborah Pagano, Enrico Bocchetti, Monica Amato, Carlo Calzone e Antonio Marrone
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Ho letto dell'articolo e trovo che sia interessante come la camorra continua a riorganizzarsi nonostante i colpi ricevuti. Le richieste di condanna sembrano molto alte, ma è necessario un forte impegno per combattere il crimine organizzato.