Napoli – Una richiesta pesantissima, che fotografa la dimensione del potere criminale esercitato sul territorio di Pomigliano d’Arco. Il pubblico ministero antimafia Henry John Woodcock ha chiesto 306 anni di carcere e multe per complessivi 260mila euro nei confronti di 22 imputati, presunti appartenenti ai clan rivali Ferretti e Cipolletta, ritenuti da anni protagonisti di una faida per il controllo delle attività illecite.
La requisitoria si è conclusa davanti al giudice per l’udienza preliminare Michela Sapio, nell’ambito del processo celebrato con rito abbreviato. Un’udienza segnata dalle lunghe dichiarazioni spontanee del collaboratore di giustizia Salvatore Ferretti, figura centrale dell’indagine, che ha ricostruito dinamiche, affiliazioni, ordini e retroscena delle attività criminali dei due gruppi.
L’inchiesta che ha portato al maxiprocesso nasce dagli arresti del 25 febbraio scorso: in quella data i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna eseguirono 23 custodie cautelari in carcere e 4 ai domiciliari, su ordinanza del gip di Napoli Enrico Campoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
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Il quadro accusatorio è esteso e aggravato dal metodo mafioso. Le imputazioni comprendono:
associazione di tipo mafioso,
estorsione e tentata estorsione,
detenzione e porto illegale di armi,
pubblica intimidazione con uso di armi,
incendio,
tentato omicidio,
ricettazione,
associazione finalizzata al traffico di stupefacenti,
detenzione di droga ai fini di spaccio,
accesso indebito a dispositivi di comunicazione per detenuti,
rapina,
usura,
sequestro di persona.
Un elenco che, secondo gli inquirenti, racconta anni di dominio sul territorio, scanditi da intimidazioni, violenze e traffici illeciti.
La decisione del gup arriverà nei prossimi mesi, al termine delle discussioni della difesa. Ma la richiesta della procura segna già un capitolo decisivo di uno dei procedimenti più rilevanti degli ultimi anni nella lotta ai clan dell’hinterland napoletano.





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