Il calciomercato di gennaio si preannuncia cruciale per il Napoli, bloccato dall'obbligo del "saldo zero", una limitazione che impone di compensare ogni acquisto con una cessione di pari valore, creando incertezze tra i tifosi e influenzando le strategie future della squadra.
Il mercato di gennaio prende forma tra promozioni e paletti. La nuova Commissione che vigila sui conti delle società professionistiche, subentrata alla Covisoc, ha concluso l’analisi dei bilanci e dato il via libera alla Lazio, che potrà operare liberamente dopo il blocco estivo. Semaforo arancione, invece, per Napoli e Pisa, le uniche due società di Serie A che non hanno rispettato il valore soglia dell’indicatore del costo del lavoro allargato.
Per i biancocelesti arriva una svolta attesa. Il rispetto dell’indice fissato a 0,8 consente alla società di tornare pienamente sul mercato, confermando la fiducia manifestata nelle ultime settimane dal direttore sportivo Fabiani e dal presidente Claudio Lotito. Solo pochi giorni fa Maurizio Sarri aveva scherzato dopo il pareggio con la Cremonese, dicendo: “Segnali dal mercato? Sì, di fumo. Saranno gli indiani…”. Ora, però, il sorriso lascia spazio alla concretezza e a una finestra di trasferimenti che può finalmente entrare nel vivo.
Situazione diversa per il Napoli, reduce dal trionfo in Supercoppa Italiana, e per il Pisa. In attesa dell’ufficialità dopo la revisione della Figc, per entrambi dovrebbe scattare il principio del “saldo zero”, che impone di compensare ogni operazione in entrata con una cessione di pari valore. Un vincolo che non riguarda la Lazio e che condizionerà le strategie di gennaio di azzurri e toscani.
Il via libera ai biancocelesti permette ora di affrontare un mercato mirato, con l’obiettivo di rinforzare la rosa in più reparti e valutare alcune uscite eccellenti. Restano aperti anche i discorsi legati ai portieri, con intrecci che coinvolgono Juventus e Genoa e che potrebbero ridisegnare il quadro tra i pali.
La partita, però, non finisce qui. Il sistema dei controlli tornerà centrale già in vista di giugno e, soprattutto, dall’estate 2026, quando il valore dell’indicatore del costo del lavoro allargato scenderà da 0,8 a 0,7. Una modifica che escluderà dal calcolo i costi e gli ammortamenti dei calciatori Under 23, con l’obiettivo di incentivare gli investimenti sui vivai e cambiare in profondità le strategie dei club di Serie A.
Fonte REDAZIONE






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