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Acqua, prima grana per Fico: il TAR stoppa la gara sulla gestione idrica

Il tribunale boccia il bando regionale per carenze tecniche e impone alla Campania di ripartire secondo le nuove regole ARERA
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Il governatore Roberto Fico incassa il primo schiaffo giudiziario sul dossier acqua. Il TAR Campania ha sospeso in via cautelare il bando con cui la Regione voleva riorganizzare la gestione della grande adduzione idrica, accogliendo il ricorso di Acqua Campania S.p.A., società del gruppo Italgas e attuale gestore del servizio.

La decisione congela l'intera procedura fino all'udienza di merito fissata per l'11 marzo 2026, ma soprattutto mette nero su bianco gli errori di impostazione di Palazzo Santa Lucia.

Per i giudici amministrativi, la documentazione di gara non garantisce ai concorrenti un quadro economico-finanziario chiaro e verificabile. Le criticità riguardano la determinazione dei margini di remuneratività e l'equilibrio complessivo dell'operazione, elementi indispensabili perché la competizione sia reale e non solo formale. Senza una riscrittura sostanziale delle regole, la gara rischia di produrre nuovi contenziosi e non può proseguire.

Lo scenario cambia: scatta l'obbligo ARERA

La ripartenza dovrà avvenire dentro il perimetro regolatorio appena tracciato dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Con la delibera 347/2025/R/idr, ARERA ha approvato lo schema tipo di bando per l'affidamento del Servizio Idrico Integrato, destinato a diventare riferimento vincolante per tutte le procedure avviate dal 1° gennaio 2026.

Lo schema nasce proprio per evitare gare "a geometria variabile" tra territori e creare un level playing field nazionale, imponendo contenuti minimi omogenei raccordati con la regolazione tariffaria e della qualità del servizio.

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Il modello ARERA stabilisce quali informazioni economiche e tecniche debbano essere rese disponibili ai partecipanti: dal perimetro gestionale alle condizioni di subentro, dalla durata dell'affidamento al quadro degli investimenti richiesti. Soprattutto, vincola la gara a un impianto di coerenza economico-tariffaria. L'offerta deve innestarsi su un Piano economico-finanziario costruito secondo regole trasparenti, comparabili e compatibili con il metodo tariffario vigente.

Regole più stringenti per evitare nuovi ricorsi

Lo schema prescrive anche standard più rigorosi sulla ripartizione dei rischi tra ente affidante e gestore, sulla misurabilità degli impegni di qualità tecnica e contrattuale, e sulle clausole che garantiscono continuità operativa e tutela dell'utenza nella fase di transizione. Per la Campania, il giudizio del TAR non rappresenta solo uno stop procedurale ma un vero cambio di binario.

Il prossimo bando dovrà essere riscritto "a norma ARERA", esplicitando parametri economici, ritorni attesi e sostenibilità dell'operazione secondo lo standard nazionale del 2026. In caso contrario, la Regione si espone a nuove censure. Proprio qui si misura l'errore regionale evidenziato dai giudici: aver costruito una gara senza quel livello di determinazione economica che ARERA ha codificato come condizione di base per il mercato.

La ripartenza diventa ora un passaggio obbligato dentro lo schema tipo dell'Autorità, trasformando quella che doveva essere una riorganizzazione rapida in un iter complesso e vincolato alle nuove regole nazionali.

Articolo pubblicato il 9 Dicembre 2025 - 15:25 - A. Carlino

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