

Nella foto Arturo Lama, uno degli indagati
Napoli – Un regolamento di conti finito nel peggiore dei modi: pugni, schiaffi e un sequestro-lampo per vendicare la sparizione di una lussuosa Audi “Rs3” da 80mila euro. Sei presunti affiliati o vicini al temuto clan Mazzarella, attivi nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, sono ora attesi al varco della giustizia per rispondere di duplice sequestro di persona.
L’appuntamento cruciale in aula è fissato per il prossimo 27 gennaio, quando il gip Antonio Baldassarre presiederà l’udienza preliminare. A comparire davanti al giudice saranno i sei neo-imputati, bloccati dai Carabinieri nel pieno della loro azione punitiva: Arturo Lama, Salvatore De Filippo, Giuseppe Ciccarelli, Salvatore Giannetti, Mario Amaro e Antonio Martori.
Per il collegio difensivo, composto dagli avvocati Leopoldo Perone, Luigi Poziello, Diego Pedicini e Alessandro Pignataro, si apre ora la fase cruciale della strategia. L’ipotesi più probabile è che tutti gli imputati optino per il rito abbreviato, cercando uno sconto di pena davanti alle gravi accuse.
L’intera vicenda ruota attorno al noleggio di un’Audi “Rs3” da 80mila euro, stipulato presso una società di Isernia. La vettura, anziché essere restituita, sarebbe stata fatta sparire – forse venduta – dagli stessi noleggiatori, Vincenzo Vaccaro (noto alle forze dell'ordine come specialista delle truffe) e Andrea Grammatikas.
I truffati, legati alla società di noleggio (e secondo gli inquirenti, vicini ad ambienti poco raccomandabili), non hanno accettato lo smacco. Grazie al localizzatore GPS montato sotto il cofano, sono riusciti a rintracciare il bolide svanito e, successivamente, i due autori della truffa.
La vendetta scatta fulminea: il primo noleggiatore, convocato con un pretesto in un bar di Fuorigrotta, viene subito messo alle strette e pesantemente picchiato. Sotto la pressione delle percosse, l'uomo è costretto a rivelare il nome del complice, Andrea Grammatikas.
Il gruppetto criminale, dunque, sequestra la vittima designata e la trasporta in un appartamento del quartiere San Giovanni a Teduccio, in via Castagnola. Qui, il sequestrato viene raggiunto dal complice e il pestaggio riprende con veemenza. A suon di schiaffi, pugni e minacce di morte, il commando ha preteso il saldo immediato del “buco” da 80mila euro.
Fortunatamente, le urla disperate provenienti dall’appartamento non sono passate inosservate. Una provvidenziale telefonata anonima al 112 ha fatto scattare il blitz dei Carabinieri. Le forze dell'ordine sono piombate sul luogo del sequestro lo scorso marzo, interrompendo l’aggressione e traendo in salvo le due vittime. I sei presunti sequestratori sono stati immediatamente arrestati, ponendo fine al brutale regolamento di conti.