

nella foto da sinistra l'auto dell'incidente e da sinistra Tommaso Severino, l'agente morto Aniello Scarpati e il ferito Giuseppe Cozzolino
torre del Greco - Nello stesso giorno dei funerali di Aniello Scarpati emergono altri particolari sulla tragica notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre lungo la litoranea di Torre del Greco.
Assistito dall’avvocato Domenico Dello Iacono, il 28enne imprenditore di Ercolano, Tommaso Severino in carcere per l'omicidio stradale aggravato dell'agente Aniello Scarpati e il ferimento del collega Ciro Cozzolino (la cui prognosi è stata sciolta stamane e d è stato trasferito nel reparto di ortopedia) e omissione di soccorso, si è presentato davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata per l’udienza di convalida.
“Sono disperato e costernato per quanto accaduto”, avrebbe detto al magistrato, ammettendo di essersi messo alla guida nonostante avesse assunto alcol e riconoscendo il proprio stato di alterazione.
Il gip ha però accolto la richiesta della Procura di Torre Annunziata, convalidando l’arresto e disponendo la custodia cautelare in carcere, ritenendo inadeguata la richiesta della difesa di applicare gli arresti domiciliari.
Nel provvedimento, il giudice è netto: Severino guidava sotto l’influenza dell’alcol e della cocaina.
Dalle analisi è risultato positivo alla cocaina e con un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge. Il gip ha parlato di un comportamento “caratterizzato da un livello di colpa elevatissima”, sottolineando che il 28enne viaggiava “a velocità elevatissima, nonostante alcuni passeggeri – tra cui tre ragazze minorenni – lo avessero più volte invitato a rallentare”.
La ricostruzione dei magistrati aggiunge dettagli agghiaccianti. Dopo aver travolto la volante della Polizia, Severino – invece di soccorrere gli agenti e i passeggeri della sua auto – avrebbe fumato una sigaretta sul luogo dell’incidente, per poi allontanarsi senza prestare aiuto.
Il gip ha ritenuto che si trattasse di una “quasi flagranza”, sottolineando che l’arresto fosse “obbligatorio e giustificato dalla gravità dei fatti e dalla personalità dell’indagato”.
Nelle motivazioni, il giudice definisce quella di Severino una condotta “incosciente e scellerata”, sottolineando che il tragico epilogo fosse “una conseguenza verosimile e prevedibile” della sua guida alterata.
Il 28enne – scrive il gip – “ha mostrato una notevolissima potenzialità offensiva, ponendosi alla guida in stato evidentemente alterato, a velocità altissima”, determinando “la morte ingiusta e evitabile di un agente impegnato soltanto a svolgere il proprio lavoro” e mettendo in pericolo la vita dei suoi stessi passeggeri.
A pesare sulla decisione di disporre il carcere è anche la valutazione della personalità del giovane.
“L’assoluta gravità delle condotte compiute e la personalità del reo inducono a ritenere l’indagato incapace di trattenere le proprie spinte criminose”, scrive il gip, aggiungendo che “non è possibile formulare una prognosi fausta in ordine alla futura commissione di reati”.
Per il giudice, dunque, nessuna misura diversa dalla detenzione può garantire la sicurezza pubblica.
La difesa di Severino ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Tribunale del Riesame, chiedendo una misura meno afflittiva.
Intanto, la città di Torre del Greco resta sotto choc per la morte di Aniello Scarpati, un agente descritto da colleghi e amici come “un ragazzo generoso e sempre pronto a dare una mano”, vittima di una tragedia che il gip non ha esitato a definire “evitabile e frutto di una condotta sconsiderata”.