

Qualiano, l'ingresso della casa dove è avvenuta l'aggressione
Qualiano -A dare voce al dramma e alla rabbia dell'ennesimo atto di violenza nei confronti di una donna, che solo per caso non si è trasformato nell'ennesimo femminicidio, parla Marika, la figlia della vittima, nata da un precedente matrimonio. Attraverso un post straziante su Facebook, ha chiesto giustizia, trasformando il suo dolore personale in un accorato appello sociale.
"Sono la figlia della ragazza miracolata di Qualiano, voglio il suo aggressore dentro per sempre", ha scritto Marika. La ragazza ha duramente criticato l'inefficacia delle misure protettive, dalle denunce ai braccialetti elettronici, che non sono riuscite a garantire la sicurezza di sua madre. "Basta femminicidi, basta arresti domiciliari dopo varie denunce, basta braccialetti inutili e basta leggi che non portano alla salvezza di queste donne in pericolo," ha incalzato.
Un dettaglio sconcertante è emerso dal suo racconto: "Mia mamma mezz'ora prima dell'accaduto era in caserma, convinta di essere protetta dalle forze dell'ordine."
Il suo messaggio si è concluso con un appello universale: "Voglio giustizia per mamma, voglio giustizia per tutte le donne. Aiutateci a far arrivare il messaggio a chi di dovere. Non si può più vivere nella paura."
In un secondo momento, Marika ha postato le stesse, toccanti parole dell'attivista peruviana Cristina Torres Caceres, recentemente riprese anche da Elena Cecchettin, sorella di Giulia: "Mamma non piangere le mie ceneri. Se domani tocca a me, mamma, se domani non torno, distruggi tutto, se domani tocca a me, voglio essere l'ultima". Un grido che rimarca la necessità di una svolta definitiva nella lotta contro la violenza di genere.