Napoli – Una scarcerazione "pesante", di quelle che riaccendono i riflettori della Direzione Distrettuale Antimafia sulla periferia orientale della città. Giuseppe Casella, 47enne ras di Ponticelli e ritenuto dagli inquirenti una figura apicale dell'omonima famiglia criminale, alleata di ferro del clan De Luca Bossa-Minichini, ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Cagliari.
Per lui non si sono aperte le porte della libertà, ma quelle della sua abitazione. La Corte di Appello di Napoli ha infatti disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
Alla base della decisione, questioni puramente sanitarie. Il 47enne "capozona" di via Franciosa, difeso dai penalisti Leopoldo Perone e Domenico Dello Iacono, soffre da tempo di una severa forma di cardiopatia ischemica, patologia che lo ha già costretto a un delicato intervento chirurgico.
I due difensori hanno prodotto una corposa documentazione, supportata da perizie mediche, che attesta l'incompatibilità delle sue condizioni di salute con il regime carcerario.Potrebbe interessarti
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Il ritorno di Casella sul suo territorio, seppur confinato tra le mura domestiche, non è una notizia di poco conto. È considerato dagli investigatori uno degli uomini chiave della "holding" criminale che gestisce gli affari illeciti tra il Lotto 0 e il quartiere Barra. Il suo curriculum criminale è già segnato da una condanna in primo grado a 14 anni per associazione mafiosa e da un'altra, a 3 anni e 6 mesi, per l'estorsione ai danni di un parcheggiatore abusivo, Michele Frattini, che fu minacciato e picchiato dal clan.
Il timore, adesso, è che il suo rientro possa alterare i delicati e instabili equilibri criminali di Ponticelli. Il maxi-blitz del novembre 2022, che portò a oltre 60 arresti, aveva inferto un colpo durissimo all'organizzazione. Quell'indagine, scaturita da un sequestro di stupefacenti e manoscritti nel 2016 e accelerata dalle intimidazioni per il controllo degli alloggi popolari nel 2020, aveva decapitato i vertici del clan.
In manette finirono boss e gregari, incluse figure storiche come la "pasionaria" Anna De Luca Bossa e la nuova leva rappresentata dai figli dei capiclan, tra cui Giuseppe, Anna, Emmanuel e Umberto De Luca Bossa, e i rampolli della famiglia Minichini, Alfredo, Martina e Michele "Tiger".
L'arresto di Casella era stato uno dei tasselli fondamentali di quell'operazione. Il suo ritorno, sebbene dettato da motivi di salute e soggetto a restrizioni, riposiziona una pedina strategica sullo scacchiere di Napoli Est. Gli inquirenti monitoreranno con la massima attenzione eventuali segnali di "fibrillazione", temendo che la sua presenza possa fungere da catalizzatore per la riorganizzazione delle file del clan o scatenare nuove tensioni con i gruppi rivali per il controllo del territorio.





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