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Napoli, vendetta d'onore ai Quartieri: stanato anche il baby killer "ritardatario"

Misura cautelare in carcere per un17enne completa il cerchio del commando che ha sparato a due giovani per un video intimo diffuso online. L'agguato, ordito dal boss dei Quartieri Spagnoli, ,Salvatore Percich, ha lasciato un ragazzo in fin di vita:
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napoli - I carabinieri del Nucleo Operativo di Napoli Centro hanno messo le manette al quinto e ultimo anello di una catena di sangue. Si tratta di un minorenne di 17 anni, già rinchiuso in un istituto penitenziario per altri reati, che ora risponde di tentato omicidio in concorso, aggravato dalle modalità mafiose.

L'arresto, disposto dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Napoli, arriva a due mesi esatti dall'agguato che ha sconvolto il cuore pulsante del capoluogo campano: un raid punitivo ordito per lavare l'onta di un video hot, diffuso in rete e ritraente la figlia del boss Salvatore Percich.

Era il settembre scorso, quando il commando ha colpito con la ferocia di chi non tollera offese al "codice d'onore". La vittima designata era I.C., il fidanzato  della giovane erede del boss Salvatore Percich, un nome che evoca ombre lunghe nella malavita napoletana.

Colpevole, agli occhi del padre boss, di aver condiviso online un filmato intimo della ragazza, in pose che mescolavano passione e vulnerabilità. Un gesto che, in un mondo dove la privacy è un lusso e la reputazione un'arma, ha scatenato l'inferno.

La Smart fortwo su cui viaggiavano I.C. e il suo amico Umberto Catanzaro, 23enne calciatore dilettante con sogni di gloria nei campi polverosi della periferia, è diventata un bersaglio mobile nei vicoli a ridosso di via Toledo.

Cinque uomini, armati e incappucciati, hanno aperto il fuoco senza esitazione: proiettili che hanno sfondato il parabrezza, crivellato i sedili, seminato il terrore.

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I.C. è riuscito a scamparla con ferite lievi, ma Catanzaro no. Il giovane atleta, padre di una bimba di pochi mesi e promessa del calcio locale, è stato centrato da una raffica al torace e all'addome.

Trasportato d'urgenza al Cardarelli, l'ospedale che ha visto passare generazioni di feriti da sparatoria, lotta ancora oggi tra la vita e la morte in terapia intensiva. "È un miracolo se respira", confidano i medici ai familiari straziati, mentre la madre di Umberto alterna preghiere e rabbia: "Mio figlio non c'entrava niente, era solo al posto sbagliato".

Il minorenne arrestato oggi, un volto tumefatto dalla detenzione e dal peso di una vita già segnata dal crimine, non ha premuto il grilletto. Anzi, è arrivato in ritardo sul teatro del sangue, come un attore che entra in scena dopo il sipario.

Travestitosi con un complice in un bed & breakfast gestito da una donna al soldo del clan - un covo anonimo tra le viuzze strette - il ragazzo aveva coperto la targa dello scooter con un nastro adesivo, pronto a unirsi al raid.

Ma il tempismo gli ha giocato uno scherzo crudele: quando è sfrecciato sul luogo, gli spari erano già cessati, le vittime a terra, la folla a urlare.

I primi quattro componenti del commando - tutti maggiorenni con precedenti per estorsione e spaccio - sono già in cella dal giorno dopo l'agguato, grazie a una fuga maldestraspento che li ha traditi.

Ora, con il quinto in manette, il cerchio si stringe. Umberto Catanzaro, dal suo letto d'ospedale, combatte per un futuro che la camorra ha provato a strappargli. La sua storia, intrecciata a quella di un video rubato e di un onore ferito, è il ritratto impietoso di una città che sogna la pace ma inciampa ancora nel sangue.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 5 Novembre 2025 - 14:55 - Rosaria Federico

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