

Napoli, si autodenuncia perché vuole uccidere la ex moglie
Napoli - Erano le 17:30 quando un uomo ha citofonato alla caserma dei carabinieri di Capodimonte, a Napoli. Il militare di guardia gli ha aperto e lui, senza esitazioni, ha pronunciato parole che non lasciavano margine ad alcun dubbio: "Se non mi arrestate, io ucciderò mia moglie. Sono passato ora sotto casa sua ma non c’era. Se non mi fermate, lo farò".
L’uomo ha 48 anni. È l’ex marito della donna che, contemporaneamente, i militari contattavano al telefono: la vittima risponde, fortunatamente, sta bene. La coppia si era separata nel 2023 e aveva formalizzato la separazione legale nel marzo 2025. Due figli, uno maggiorenne, l’altro minorenne e affetto da una grave disabilità. Lui, però, quella fine non l’ha mai accettata.
Da due anni la perseguitava: appostamenti sotto casa e nel luogo di lavoro, inseguimenti, telefonate incessanti. La donna aveva dovuto cambiare orari, percorsi, perfino staccare il citofono e richiedere una nuova linea telefonica fissa. L’uomo creava continuamente nuovi account e nuove e-mail con cui minacciare di morte lei, la sorella, il padre e perfino i figli, colpevoli di schierarsi in sua difesa.
La notte precedente si erano verificati gli ultimi interventi dei carabinieri sotto l’abitazione della vittima, due in poche ore. Poco prima della mezzanotte e poi alle 2:00. Messaggi come «La faccio in mille pezzi» erano arrivati persino al figlio maggiorenne. Il ragazzo, nell’andare a parlare col padre, era stato colpito più volte con una stampella ortopedica — l’uomo ha infatti una disabilità motoria — per poi vedere il genitore dileguarsi.
Proprio quell’aggressione aveva convinto la donna, nel pomeriggio, a sporgere una nuova denuncia. Forse, per questo, si era temporaneamente allontanata da casa, inconsapevole che quella scelta le avrebbe salvato la vita.
Quando l’uomo si è presentato ai carabinieri chiedendo di essere arrestato per evitare di ucciderla, la minaccia era già arrivata al punto di non ritorno.
Il 48enne è stato immediatamente arrestato .Il magistrato di turno della Procura di Napoli ha disposto il trasferimento in carcere. Questa volta l’uomo si è fermato prima. Si è autodenunciato. Ha chiesto che lo bloccassero. Ma ciò che emerge è ancora una volta lo stesso schema drammatico: persecuzione, isolamento, minacce, escalation.
Non per assenza di pericolo, ma perché una vittima aveva denunciato e perché un uomo, in un momento di lucidità disperata, ha chiesto di essere fermato. Un finale diverso, che non cancella la violenza, ma che almeno, questa volta, ha salvato una vita.